Tra deficit, fallimenti e bivacchi Viareggio è in un mare di guai

In 23 anni l'amministrazione di sinistra ha trasformato la perla del Tirreno in un colabrodo. Dove i negozi chiudono, il Comune fa debiti e i parchi sono dormitori

Tra deficit, fallimenti e bivacchi Viareggio è in un mare di guai

Viareggio - La Perla del Tirreno non luccica più. Quell'appellativo dei primi del Novecento è oggi sepolto sotto cumuli di polvere. Viareggio naviga da tempo in un mare di guai dai quali non riesce più ad uscire. L'inarrestabile crisi economica dell'amministrazione produce un effetto domino anche sul suo gioiello più prezioso: il Carnevale d'Europa, un tremendo flop, appena 20mila euro di incasso per Ferragosto. La Fondazione Carnevale viaggia su un disavanzo di un milione di euro e ha due milioni di debiti. «Contiamo ora sul milione e 200mila euro di contributo che il Comune dovrebbe garantirci», dice l'attuale presidente Stefano Pozzoli, ricordando la causa in corso contro l'amministrazione che nel 2014 negò l'aiuto. Il problema è che il Comune ha un dissesto ancor più grave, iniziato nel 1998 con l'amministrazione di sinistra di Marco Marcucci: oggi siamo a 110 milioni di euro di buco (qualcuno parla addirittura di 180). Eppure in municipio ci lavorano 470 dipendenti (per una cittadina di appena 60mila abitanti) che costano 20 milioni all'anno.

Che manchino i soldi lo si vede ad occhio nudo. Il Mercato Ittico è fallito e lasciato all'abbandono, lo storico centro Congressi «Principino» chiuderà a fine settembre, dieci dipendenti a casa. «E il Comune che fa?», si chiedono loro. La storica Passeggiata con i suoi prestigiosi caffè del periodo decò viareggino (tra i quali l'antico Gran Caffè Margherita del 1902) e i negozi che illuminavano il lungomare, ha perso il suo smalto, lasciando il campo a un turismo mordi e fuggi. Le boutique sono sempre di meno e sempre più vuote. Alla cronica crisi economica che si ripercuote sui negozi e sulla stagione turistica, si aggiunge l'incuria e sporcizia colpa di un Comune poco attento: materassi abbandonati per strada, bottiglie e cartacce sulle aiuole, panchine e cartelli stradali aggrediti dalle erbacce, cumuli di rifiuti nelle spiagge libere, cestini della spazzatura stracolmi per giorni, marciapiedi impraticabili, tombini ostruiti, parchi trasformati in dormitori per immigrati e sbandati. Viale dei Tigli (una meraviglia alberata di cinque chilometri) grida vendetta: le buche sulla strada sono un pericolo quotidiano per ciclisti e motociclisti. Stessa cosa sul viale che porta alla Marina di Torre del Lago, completamente abbandonata dal Comune: la pista ciclabile è impraticabile, invasa da rami di alberi ed erbacce, le radici dei pini hanno formato dossi enormi, minacce soprattutto per anziani e bambini in bici.

Dopo 23 anni di giunte di sinistra, negli ultimi otto anni il Comune ha subito l'onta di due commissariamenti, uno nel 2012 con il sindaco Pdl Luca Lunardini, e l'altro nel 2013 dopo la fallimentare amministrazione Pd di Leonardo Betti. Da qualche mese è salito in cattedra un altro primo cittadino di sinistra, Giorgio Del Ghingaro, che viareggino non è e che, a detta di cittadini (che lo hanno eletto) e commercianti, è già partito male, non foss'altro per aver vietato ai giornalisti di entrare in Comune.

Uno dei nodi sono le partecipate, pozzi di San Patrizio dove finiscono i patrimoni, gestite in modo a dir poco allegro e che Del Ghingaro continua ad ingrassare con poltrone regalate ai membri del suo staff durante la campagna elettorale, come nel caso della vicepresidenza della Mover, ente che si occupa dei parcheggi, e dell'addetta stampa (non ufficiale) sistemata nella stanza dell'ex vicesindaco. «Caro Del Ghingaro, puoi dirci quanto ci costi?», chiede sarcastico il consigliere di Forza Italia, Alessandro Santini. Insomma, sempre le solite «biscarate».

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