Dell'Utri da scarcerare: anticipato il verdetto

Dell'Utri da scarcerare: anticipato il verdetto

Gli appelli. L'intervista della moglie Miranda al Giornale. Le relazioni allarmate dall'interno del carcere. Marcello Dell'Utri è in pessime condizioni e il Tribunale di sorveglianza di Roma decide di vederci chiaro e anticipa al 13 luglio l'udienza che in prima battuta era stata fissata il 21 settembre. Meglio accelerare. «Sono felice - afferma Miranda Dell'Utri - ogni giorno guadagnato è prezioso per Marcello che soffre di una grave cardiopatia ischemica».

L'ex senatore, che sconta a Rebibbia una condanna definitiva a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, ha una salute malferma: il cuore che non regge e il diabete. Per questo gli avvocati Simona Filippi e Alessandro De Federicis avevano chiesto la detenzione domiciliare: del resto il fondatore di Publitalia è in cella da oltre tre anni, passa il tempo divorando libri, si è persino iscritto all'Università e sta collezionando 30 e lode. Insomma, è difficile non considerarlo un detenuto modello. A fronte di questo quadro senza nubi, ci sono le crisi ricorrenti, i quattro stent applicati, la gravissima infezione che l'anno scorso l'ha portato a un passo dalla morte per setticemia. E però il magistrato di sorveglianza aveva sempre respinto tutte le domande e fissato un appuntamento per settembre. Troppo in là. Troppi rischi. Il pericolo di un infarto sempre più alto.

«Il problema - spiega l'avvocato De Federicis - è che nessuno ha ancora esaminato le immagini della coronarografia eseguita all'ospedale Pertini di Roma il 25 maggio 2016. Ci si basa su un parere cartaceo che però secondo noi non è veritiero perché sminuisce, minimizza, declassa a media una cardiopatia che invece è grave».

Ora, dopo le polemiche e i drammatici articoli dei giornali, ecco la svolta. «Speriamo - conclude De Federicis - che il tribunale nomini un perito o un collegio di periti per leggere in modo approfondito la cartella clinica e stabilire una volta per tutte se Dell'Utri debba andare a casa o se le sue condizioni siano compatibili con il carcere». Ci vorranno mesi, ma per l'autunno il verdetto dovrebbe arrivare; a Rebibbia non fanno giri di parole e da tempo sono schierati per far uscire l'ex parlamentare.

«Non chiediamo favori - ripete Miranda Dell'Utri - solo che a mio marito siano riconosciuti i suoi diritti e che gli esperti valutino la sua posizione sulla base di dati oggettivi».

La settimana prossima il primo round in tribunale.

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