"Le democrazie sono in crisi. Ue più forte con Emmanuel"

L'ex premier: "Siamo nella post-verità, bisogna ricreare condizioni di fiducia. La vittoria di Marine? Uno choc"

"Le democrazie sono in crisi. Ue più forte con Emmanuel"

Parigi. L'ex primo ministro francese Manuel Valls sostiene Emmanuel Macron e avverte sui rischi persistenti del populismo.

Marine Le Pen sembra essersi avvicinata.

«Ha beneficiato della crisi che la Francia attraversa, dell'inquietudine e della collera nel nostro Paese. Ha truccato il suo progetto, cancellando la radice razzista, antisemita e antieuropea del Front National e di suo padre. Una sua vittoria sarebbe uno choc per la Francia. Uscire dalla Nato e dall'Ue, come lei propone, peraltro nel pieno del conflitto russo-ucraino, sarebbe tragico».

Macron, se rieletto, si impegnerebbe a cambiare l'Ue in senso politico?

«È complesso mettere d'accordo 27 Paesi. L'Ue è una costruzione straordinaria ma è composta da nazioni, lingue, culture e tradizioni diverse. Elementi che possono essere riunificati tramite la democrazia, l'economia di mercato e la cultura. La guerra in Ucraina e la pandemia hanno dimostrato che l'Europa necessita di maggiore sovranità e di elementi politici rafforzati. Spero che le lezioni della pandemia e della guerra possano rendere l'Europa più forte. Confido che riusciremo a diventare autonomi rispetto al gas e al petrolio».

Marine Le Pen, Eric Zemmour e Jean Luc Mélenchon: la maggioranza ha comunque votato per candidati «anti-sistema».

«Le democrazie parlamentari fanno fatica. Il mondo è in crisi anche per colpa dei media. Siamo nell'epoca della post-verità, delle fake news. Siamo in una società più orizzontale e molto bene informata ma una parte dei cittadini dubita della democrazia. Lo abbiamo visto con la crisi sanitaria. Bisogna ricreare le condizioni per la fiducia e Macron è impegnato su questo fronte. La questione democratica e quella sociale potrebbero essere risolte, spero, con la sua vittoria».

Repubblicani e socialisti sono in crisi.

«La campagna elettorale, con le tematiche europee, la difesa, il modo di vivere insieme dei francesi e i loro valori, ha dimostrato che questa è l'era della post-ideologia. C'è un'evoluzione e i vecchi partiti non l'hanno capito. Per questo ho lasciato il Partito socialista. Mélenchon domina la sinistra, mentre l'estrema destra domina i conservatori. Non escludo che un giorno i francesi debbano decidere tra l'estrema sinistra di Mélenchon e l'estrema destra di Le Pen. Ma spero che i francesi riescano ad aderire ad un modello europeo più progressista, democratico e repubblicano».

Lei, come Obama, si oppone alla «cancel culture».

«È contro tutto ciò che la Francia rappresenta. Siamo francesi perché aderiamo a una storia, a una cultura, a una lingua e a valori repubblicani. La cancel culture è l'idea di mettere in primo piano le piccole identità, le minoranze, ma queste non possono non far parte di un'identità generale, collettiva e comunitaria. Cercano d'imporre questa cultura in Francia. Ma non accettiamo questa visione che non ha niente a che fare con la fondazione repubblicana francese».

La sua strategia sembra un'alleanza contro tutti i «populisti».

«Bisogna costruire un'Europa forte in materia difensiva e diplomatica, risolvere il difficile problema dell'immigrazione dall'Africa, che l'Italia e la Francia conoscono bene.

Dovrebbe essere combattuto il rifiuto, ossia la paura alimentata dall'estrema destra, e creare un progetto politico che doni nuove idee, pure in relazione all'ecologia, grande problema per le nuove generazioni. Si dovrebbe edificare un nuovo progetto politico, europeo e nazionale, per ciascuno dei nostri Paesi».

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