La denuncia di Forza Italia: "Partenze incentivate da Ong Chiudiamo la rotta del mare"

Romani: scorretto umanitarismo. In Senato al lavoro la commissione di indagine chiesta dagli azzurri

La denuncia di Forza Italia: "Partenze incentivate da Ong Chiudiamo la rotta del mare"

Roma - Forza Italia mette sotto accusalo lo «scorretto umanitarismo» che, con imbarcazioni di soccorso delle Ong vicino alle acque territoriali libiche, finisce con «l'incentivare il traffico di esseri umani» e tragedie in mare come quella di Pasqua.

Gli azzurri hanno chiesto e ottenuto che la commissione Difesa del Senato avviasse una indagine conoscitiva sulla situazione e ora il presidente dei senatori di Fi Paolo Romani raccomanda che «giunga rapidamente ad un risultato». L'ennesima tragedia nel Mediterraneo di domenica, con un bambino tra le vittime, dice, «si poteva evitare» e rientra tra le «nefaste implicazioni di uno scorretto umanitarismo», mentre bisogna «interrompere il meccanismo infernale, avviato inconsapevolmente dalle Ong». Una denuncia di cui Il Giornale si occupa da mesi.

Romani cita il rapporto Frontex 2017, sulla presenza delle imbarcazioni di soccorso delle Ong «a poche miglia dalle coste libiche, in determinate circostanze si potrebbe dire a vista, che dà l'illusione di un salvataggio certo», inducendo i migranti a partire anche col brutto tempo e con mezzi sempre più di fortuna. Ciò si traduce in un affare per le organizzazioni criminali, che riducono i costi per i «barconi» ed eliminano gli scafisti facendoli guidare da un immigrato, mentre il nostro Paese «si trova a fronteggiare una vera e propria invasione di migranti, tra cui molti minori non accompagnati, con costi ingentissimi e non più sostenibili». Gli stessi migranti, sostiene Romani, «affrontano un pericoloso e costoso viaggio, via terra e via mare, preda di trafficanti senza scrupoli, sottoposti ad abusi e torture, che li porterà invece, se non alla morte in mare, a frontiere chiuse da gendarmi o da burocrazie europee poco solidali».

Dunque, per il senatore l'Italia non può più «assistere inerme alle sempre più frequenti tragedie nel Mediterraneo, né sostenere i costi di un'accoglienza indiscriminata» e consentire che «le nostre città diventino ancora meno sicure perché terreno di razzia di clandestini costretti alla microcriminalità». La richiesta è di chiudere la rotta del centro-Mediterraneo, come è già stato fatto per quella nell'ovest-Mediterraneo, con controllo delle frontiere, rimpatri e lavoro congiunto dei Paesi di origine e di partenza. Basta con «ogni meccanismo di incentivazione delle partenze», sostiene Romani, bisogna fermare i barconi, verificare «l'eventuale complicità fra scafisti, che forniscono telefoni cellulari con tanto di numeri telefonici, e le ong pronte a ricevere le chiamate dirette», ridurre «l'eccessiva ed inappropriata presenza della nostra Guardia Costiera» che traghetta sulle nostre coste i migranti e il «falso addestramento» di quella libica, che non pattuglia le coste da dove partono i barconi.

Già qualche giorno fa

Maurizio Gasparri, dopo un'audizione al Senato, aveva parlato di «organizzazioni ambigue, dai connotati non ben definiti, con finanziatori internazionali che si divertono a dar soldi a chi oggettivamente sostiene i trafficanti».

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