Derby Nord-Sud sull'assegno di Stato

I grillini in affanno giurano che la misura sarà a vantaggio di tutti

Derby Nord-Sud sull'assegno di Stato

Roma - Reddito di cittadinanza, ma senza trasloco. Sulla misura della manovra 2019 tanto cara al governo gialloverde, soprattutto ai Cinque stelle, ci sono ancora tanti nodi da sciogliere, in primis quello legato all'ipotesi di «regionalizzazione» avanzata dal premier Giuseppe Conte e alla possibilità di rifiutare, come prima offerta di lavoro, un'occupazione troppo lontana da casa.

Gli annunci sulla possibilità di modulare le offerte di lavoro in base alla distribuzione geografica hanno creato scompiglio, soprattutto dopo che La Stampa ieri aveva messo in discussione le stime del vicepremier Luigi Di Maio, lì dove per tranquillizzare l'alleato di governo leghista e l'elettorato del nord sul fatto che il reddito di cittadinanza non è una misura assistenzialista a beneficio del solo Mezzogiorno, il ministro pentastellato ha garantito che il 47 per cento delle famiglie destinatarie sarà del centro nord. Stime contestate dal quotidiano di Torino, perché messe a confronto con quelle del reddito di inclusione del precedente governo erogato nel 70 per cento dei casi al sud. «Una mistificazione degna della Pravda, non sarà penalizzato né il settentrione né il meridione», afferma il Movimento Cinque Stelle, per il quale non ha senso paragonare il reddito di cittadinanza («che aiuterà 6 milioni di persone») con quello di inclusione («che ha avuto meno di un milione di beneficiari»). Già fonti di Palazzo Chigi si erano affrettate a precisare che «non sarà il reddito su base geografica, ma le offerte di lavoro» e che si sta lavorando affinché non venga penalizzato chi non se la sentirà di accettare, come prima offerta, un lavoro fuori dalla propria città o dalla propria Regione. Nessuna quota prestabilita, dunque, e nessun favoritismo tra aeree geografiche. Dai Cinque stelle arrivano rassicurazioni anche sull'equa distribuzione del reddito di cittadinanza. «Non ci saranno esclusi al sud, come non ci saranno esclusi al nord. Semplicemente la distribuzione delle risorse, finalmente trovate dopo che per anni i giornali avevano raccontato che era impossibile, sarà equa. Questa è la vera e pura verità che viene stravolta per scopi propagandistici. Il reddito di cittadinanza aiuta finalmente tutti gli italiani, da nord a sud, per sancire la parità di diritti sociali di ognuno davanti allo Stato», si legge in un post su Facebook del M5s condiviso dal vicepresidente del Consiglio sul suo profilo. Anche se è ancora da stabilire con quale meccanismo verrà garantita l'auspicata equità nella distribuzione del reddito. Un passaggio obbligato, verso il quale si sta pensando di concentrare una fetta delle risorse a disposizione, sarà probabilmente il rilancio dei centri per l'impiego nelle aree dove c'è un numero maggiore di disoccupati.

Sul reddito la distanza tra Di Maio e Salvini non si è accorciata.

«Il lavoro non si crea per decreto. Non penso che questo Paese abbia bisogno di assistenza ma di impresa e lavoro vero», ha detto ieri il vicepremier leghista nel suo intervento all'assemblea nazionale di Confimi Industria.

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