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"Dici che noi siamo dei cattivi?" Seehofer adesso punge Salvini

Il ministro degli Interni, Erst Seehofer, attacca l'omologo italiano ed è scontro aperto sugli sbarchi e sulla gestione dei migranti

"Dici che noi siamo dei cattivi?" Seehofer adesso punge Salvini

Il vertice di Helsinki è più infuocato che mai. Il tema dei migranti ha fatto saltare il banco con uno scontro acceso tra Germania, Francia, Italia e Malta. Al centro del gelo calato tra Roma, Parigi e Berlino c'è la richiesta da parte del Viminale di andare a ridiscutere le regole per i porti di sbarco. Su questo punto che di fatto riguarda molto da vicino le operazioni delle ong nel Mediterraneo con i salvataggi in quel tratto di mare che separa l'Italia dalla Libia, non è stata raggiunta un'intesa. Sia la Francia che la Germania puntano a lasciare in Italia i migranti che arrivano sulle nostre coste e soprattutto puntano a far attraccare nei nostri porti le navi buoniste delle ong. E in questo quadro di scontro, è andato in scena, proprio tra i tavoli istituzionali di Helsinki, un siparietto tra il ministro degli Interni tedesco e Salvini. Horst Seehofer, prima di entrare alla riunione che si tiene nella Finlandia Hall, si è avvicinato al ministro Salvini e scherzando sulle accuse del leghista a Francia e Germania ha affermato: "Matteo, stai gia tweettando per dire che siamo cattivi con voi?". Insomma una battuta al "veleno" che rende bene l'idea di quanto sia ormai acceso lo scontro tra il nostro Paese e l'asse franco-tedesco. Ma ad allontanare ulteriormente Berlinoe Roma sono state le parole di Seehofer che di fatto ha escluso l'ipotesi di un cambiamento delle regole per la redistribuzione dei migranti. "La Germania è pronta ad accogliere solo le persone che hanno bisogno di protezione, non tutti coloro che arrivano dalla Libia o recuperate nel Mar Mediterraneo", ha affermato il ministro degli Interni tedesco. Seehofer ha fatto capire dunque che non vuole redistribuiti in Germania i migranti arrivati nei porti italiani che non hanno alcuna possibilità di ottenere asilo.

Insomma parole chiare che vanno a definire un quadro piuttosto teso in Europa per ridiscutere le regole sui flussi migratori. In questo scenario pesa anche la partita per le nomine a Bruxelles. Il mancato appoggio della Lega alla candidata tedesca alla guida della Commissione, Ursula Von der Leyen, probabilmente ha incrinato ancora di più i rapporti tra Berlino e il Viminale. Per Berlino le ong devono far sbarcare i migranti nei porti più vicini come quelli italiani e maltesi. Una presa di posizione che ha il sapore della doppia morale.

Da un lato viene chiesto all'Italia di aprire le porte ai migranti, dall'altro lato proprio i tedeschi serrano i confini e dicono no ad una redistribuzione più equa di quelle persone salvatae in mare mentre tentano la traversata dalla Libia all'Italia.

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