Matteo Salvini andrà a processo, ma per il momento a giudicarlo sarà il «tribunale del popolo» del Movimento cinque stelle, ovvero la piattaforma Rousseau. Dopo giorni di indiscrezioni e analisi della Casaleggio Associati sul «sentiment» della base grillina, sarebbe arrivato il via libera alla consultazione online per decidere il voto dei sette componenti pentastellati della giunta per le immunità parlamentari del Senato su Matteo Salvini, sul quale pende l'autorizzazione a procedere in giudizio richiesta dal Tribunale dei ministri di Catania in merito al caso dei migranti trattenuti sulla nave Diciotti.
Questo il cronoprogramma: domani sarà annunciato sul Blog delle Stelle il voto degli iscritti, lunedì si voterà per il si o no al processo contro il Ministro dell'Interno, martedì si esprimerà la Giunta di Palazzo Madama.
Nella giornata di lunedì, mentre gli attivisti voteranno, calerà a Roma Beppe Grillo, per incontrare Luigi Di Maio e apporre il suo sigillo sui nuovi discussi cambiamenti nella struttura politica del Movimento. Che sarà organizzato con una serie di dipartimenti territoriali ognuno capeggiato da un referente regionale e il capo politico affiancato da una sorta di «segreteria politica» che in molti preferiscono chiamare «direttorio bis», come l'ultimo organo collegiale istituito nel M5s per affiancare l'allora leader Grillo.
E il no all'autorizzazione a procedere contro l'alleato Salvini, questa la linea dei vertici Cinque stelle, finora mai sconfessati dai sempre pochi votanti su Rousseau, segnerebbe l'ennesimo cambio di pelle della creatura politica mutante che è diventata il Movimento fondato da Grillo e Gianroberto Casaleggio. I parlamentari vicini al capo si schermiscono, non troppo preoccupati dalle decisioni della «base» e rassicurati dalle analisi che da settimane stanno facendo i dipendenti della Casaleggio Associati sugli orientamenti in «rete» degli attivisti. La cui maggioranza, nonostante alcuni commenti rabbiosi sui social, accetterebbe abbastanza di buon grado il salvataggio di Salvini in nome della continuità del governo.
Quindi, concordata la linea, è arrivata la decisione di mettere la decisione nelle mani degli iscritti a Rousseau. Chiamati, come sempre è avvenuto nelle votazioni single-issue, alla mera ratifica con qualche clic. D'altronde, lo stesso Salvini si era mostrato aperto alla possibilità di un referendum sulla sua persona da tenere sulla piattaforma di Casaleggio.
Luigi Di Maio sul dossier è abbastanza tranquillo, data la sua deresponsabilizzazione che deriverebbe dal responso dell'urna virtuale. E non si scompongono nemmeno i componenti grillini della Giunta, tutti a favore del no all'autorizzazione a procedere. Tra questi l'avvocato catanese Mario Michele Giarrusso, capogruppo in giunta, chiamato in causa ieri da un retroscena del Fatto Quotidiano in merito a un suo presunto video da lanciare sul Blog per convincere i militanti a votare no e illustrare il quesito.
Giarrusso, raggiunto al telefono dal Giornale, non smentisce e dice: «Queste cose le decide Di Maio, il mio parere da avvocato non conta più di tanto, ci adegueremo alla decisione della base». Ma i giochi, salvo sorprese, sembrano già fatti.
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