Dieci domande a "La Repubblica"

Vorrei rispolverare le loro famigerate "dieci domande" al regnante Silvio Berlusconi per capire fino a che punto può arrivare l'ipocrisia di un giornale come Repubblica.

Dieci domande a "La Repubblica"

La «Repubblica dell'odio», dopo il titolo «Cancellare Salvini» dell'altro giorno non solo non si pente ma rilancia. Il quotidiano che fu di Scalfari, alle prese come tutti i giornali con la crisi di mercato, cerca di risalire la china prendendo un nemico da agguantare alla giugulare, cinica e vigliacca formula sperimentata con successo per un ventennio nei confronti di Silvio Berlusconi. Il suo attuale direttore, Carlo Verdelli, ne ha facoltà e per questo non mi associo - a differenza loro nei nostri confronti - a chi vorrebbe trascinarlo davanti al tribunale speciale dei giornalisti. Sono convinto che la libertà di stampa, anche nelle sue forme più estreme, sia inviolabile e che gli unici giudici di un giornale sono i lettori. Saranno il numero delle copie e i risultati elettorali a scrivere la sentenza.
Ma detto questo vorrei rispolverare le loro famigerate «dieci domande» al regnante Silvio Berlusconi per capire fino a che punto può arrivare l'ipocrisia di un giornale come Repubblica.

1. Perché se Salvini ferma una nave carica di immigrati vìola i diritti dell'uomo ma se la stessa cosa la fa la ministra Lamorgese e un governo di sinistra (ottobre 2019, caso Ocean Viking, 100 persone di cui 48 bambini lasciati in mare dieci giorni senza permesso di attracco) non avete nulla da obiettare?
2. Perché se da destra qualcuno contesta la partecipazione della democratica Rula Jebreal al Festival di Sanremo è un caso di sessismo politico mentre se Elisabetta Gregoraci viene esclusa in quanto «donna di destra» è cosa irrilevante?
3. Perché chi vuole regolare l'immigrazione è razzista e chi a sinistra nega il diritto all'esistenza di Israele no?
4. Perché un falso allarme bomba a La Repubblica è un attentato e una bomba vera che esplode in una sede della Lega è una cazzata?
5. Perché ironizzare sulla stazza della ministra Bellanova per voi è grave ma farlo sull'altezza di Brunetta no?
6. Perché le nostre inchieste - poi confermate dalla magistratura come nel caso di Fini - le bollate come «macchina del fango» e le vostre sono «grande giornalismo»?
7. Perché (giustamente) indagate sugli intrighi finanziari del capitalismo italiano ma tacete sulla lotta di potere fratricida dei vostri ex e nuovi editori (De Benedetti e Elkann) per il controllo del vostro giornale?
8.

Come fate a conciliare il vostro entusiasta appoggio al movimento di Greta ed essere pagati dal più grande costruttore di auto a combustione d'Europa?
9. Come avete fatto a celebrare Gianpaolo Pansa senza riconoscergli il merito di avere scoperchiato le schifezze e le stragi dei partigiani?
10. Come fate a non vergognarvi di tutto questo?

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