Roma - «Se ci fosse una crisi di governo, da segretario chiederei le elezioni anticipate». Nicola Zingaretti parla da vincitore in pectore delle primarie Pd del 3 marzo prossimo. E prova a rassicurare la base che non si offrirebbe mai come stampella ai Cinque Stelle: «Siamo alternativi, un'alleanza con loro non è mio obiettivo politico».
Zingaretti sa che questo dubbio è uno dei suoi talloni d'Achille, e che la gran parte dei militanti Pd vede come la peste una possibile apertura ai grillini, mentre alcune sue passate dichiarazioni e i rapporti che da presidente della Regione Lazio ha con i Cinque Stelle hanno alimentato il sospetto. Quindi cerca di togliere dal tavolo un argomento dirompente, che può causare fratture insanabili nel partito.
Da vincitore quasi certo delle primarie, Zingaretti si è sottratto al confronto diretto chiesto dai suoi sfidanti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti. Così ieri, su RaiTre, è andata in scena una bizzarra passerella di interviste rigorosamente separate ai tre candidati. La performance più vigorosa è stata quella di Giachetti, che ha denunciato la «situazione ridicola» di un partito che si ritrova ad affrontare la campagna elettorale «senza una leadership» perchè «tutte le correnti, da Renzi a Zingaretti, da Gentiloni a Franceschini, hanno respinto la mia proposta di fare le primarie la scorsa estate». Giachetti, che sta attirando il consenso di tutta quella ampia fetta di Dem che temono il ritorno al passato della vecchia Ditta post-Pci e della gestione consociativa pre-Renzi, difende il «percorso di riforme dei governi Renzi e Gentiloni», che teme venga archiviato in un partito zingarettiano. E proprio Renzi, «ossessione e alibi per molti nel Pd» dice Giachetti, continua dall'esterno a condizionare il dibattito.
Si scontra con Gentiloni sull'autonomia: «Fu il suo governo ad avviare quel percorso, io non lo avrei fatto». E riempie i teatri col tour di presentazione del suo libro «Un'altra strada», che è in vetta alle classifiche di vendita. E che molti vedono come possibile manifesto di un rilancio in politica. Fuori dal Pd.
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