Difesa europea, un altro schiaffone a Renzi

Lui li corteggia, ma Merkel e Hollande il piano di integrazione se lo sono fatto da soli

Difesa europea, un altro schiaffone a Renzi

Sedotto e abbandonato. Per Matteo renzi non è la prima volta in politica estera, ma il dolore è sempre quello della prima volta. Anche stavolta, malgrado il corteggiamento serrato che il premier aveva operato dapprima a Ventotene e poi a Maranello nei confronti di Angle amerkel e di Françoise Hollande, i due leader di Germania e Francia a cui il pierino di Rignano vorrebbe sempre essere alla pari senza mai andarci nemmeno vicino, l'Italia è stata tagliata fuori.

L'ultimo smacco è quello sulla difesa comune europea. Il Financial Times pubblica un documento di sei pagine che rappresenta la bozza di un'intesa su una più stretta collaborazione tra le forze armate dei vari Paesi dell'Unione europea. Il bozzolo di una vera e propria Difesa comune europea, che prevedrebbe un nuovo quartiere generale militare comune e una maggiore cooperazione. «Sulla scia della decisione presa con il referendum dalla Gran Bretagna di lasciare l'Unione europea, i leader europei stanno pensando a un salto di qualità nella difesa, recuperando proposte a lungo ignorate con lo scopo di operare insieme in modo più regolare e condividere materiale militare. La questione dovrebbe essere discussa in un vertice informale a Bratislava venerdì prossimo».

E l'Italia? Ecco, l'Italia? Quello che, con l'uscita della Gran Bretagna, dovrebbe diventare il terzo Paese dell'Ue per importanza, in realtà viene trattato da Berlino e Parigi come il più grande dei piccoli invece che il più piccolo dei grandi. A Ventotene prima, nel vertice agostano pieno di retorica europeistica, e poi a Maranello nel bilaterale con la Merkel, Renzi aveva provato (e forse si era autocnovinto di esserci riuscito) di aver intaccato il blocco franco-tedesco e di essere stato ammesso al direttorio sulla difesa comune. Ma alla fine Renzi non è mai uscito dalla sala d'attesa.

Ursula von der Leyen e Jean-Yves Le Drian, rispettivamente ministri della difesa di Germania e Francia, starebbero prendendo in considerazione di centralizzare le spese militari e il processo decisionale, questo «sebbene alcuni Stati membri abbiamo ancora seri dubbi su una più profonda cooperazione militare che potrebbe finire per essere un doppione della Nato», scrive il FT.

«È giunto il momento di rafforzare la nostra solidarietà e capacità europee in difesa, per proteggere in modo più efficace i nostri confini e cittadini dell'Unione europea, e per contribuire alla pace e alla stabilità nella nostra area». La parte più importante riguarda la creazione di una sede militari permanente e la pianificazione e l'esecuzione di vere e proprie missioni militari e civili dell'Ue.

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