Politica

"Diritto alla riservatezza garantito all'accusato dalla Costituzione"

Il giurista: "I finanziamenti non appaiono diretti a influenzare la politica del partito"

"Diritto alla riservatezza garantito all'accusato dalla Costituzione"

Il caso della Fondazione Open anima il dibattito dei giuristi e raggiunge i livelli più alti: il professor Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, ex ministro e giurista autorevolissimo la cui fama ha superato i confini nazionali, si domanda pure se, in questa specifica circostanza, sia stata rispettata o meno la riservatezza. Quello che sta accadendo attorno ad Open ed al leader d'Italia Viva Matteo Renzi potrebbe persino riguardare il perimetro giuridico di un partito politico: questa è una delle questioni dibattute da chi, almeno sul piano culturale, sta discutendo del merito dell'inchiesta. Tutto questo avviene in un clima di rinnovato garantismo, sulla scia dell'impostazione promossa dal governo di Mario Draghi, con le riforme volute dal ministro Marta Cartabia. Anche la promozione del referendum sulla Giustizia può contribuire al cambiamento. Per il professor Sabino Cassese, però, la strada da percorrere, per una vera e propria svolta garantista, è tutto fuorché terminata. Al limite, per l'accademico, è intravedibile un «percorso» che è «iniziato». Di cose da fare in materia di Giustizia, poi, ce ne sarebbero eccome. Cassese, nella sua disamina, ne elenca sei.

Professor Cassese, resta una fase complessa per i rapporti tra politica e Giustizia. Che idea si è fatto del caso Open?

«Non conosco gli atti dell'inchiesta e rispondo sulla base delle informazioni che si traggono dai quotidiani di oggi. I finanziamenti appaiono diretti all'organizzazione di convegni, a compensare conferenze e a coprire spese per viaggi. Non sembrano strumenti diretti a influenzare la politica di partito. I finanziatori sono in prevalenza soggetti stranieri, di diversa nazionalità che anch'essi non paiono interessati alla politica nazionale. Bisognerebbe, quindi, controllare la congruità di questi elementi con l'accusa. Inoltre, viene sostenuto che una fondazione sarebbe l'articolazione di un partito, quindi di un'associazione. Si tratta di una figura singolare, poco nota al diritto civile. Infine, ricordo che l'articolo 111 della Costituzione dispone che "la persona accusata di un reato sia...informata riservatamente della natura e dei motivi dell'accusa elevata a suo carico". La riservatezza è stata rispettata in questo caso?»

Può un Pm disporre su cosa sia un partito e su cosa non sia un partito?

«Il partito politico è definito direttamente dalla Costituzione. È un'associazione. La magistratura inquirente deve accertare la corrispondenza della fattispecie concreta con il tipo dell'associazione».

Riforme Cartabia e referendum sulla Giustizia: siamo alla svolta garantista?

«Per giungere a quella che lei chiama svolta garantista, bisogna iniziare un percorso che modifichi circa 50 anni nella storia dell'interpretazione della Costituzione. Questo percorso mi pare iniziato».

Una sua frase clou: "Abbiamo bisogno di essere comunità". Vale anche per la giustizia?

«Certamente, vale anche per la giustizia. E siamo ben lontani dall'essere comunità, considerata la forte diminuzione della fiducia dei cittadini nella giustizia».

Quali riforme strutturali per risolvere il nodo della relazione tra politica e giustizia?

«Autentica indipendenza dell'ordine giudiziario; organizzazione e funzionamento dei servizi relativi alla giustizia rimessi interamente al potere esecutivo, come prevede la Costituzione; Consiglio superiore della magistratura garante dell'indipendenza e non organo di autogoverno, come si pretende da alcuni; riservatezza dei magistrati nell'esercizio delle loro funzioni; gestione del personale della giustizia da parte del Csm sulla base di criteri esclusivamente meritocratici; termine della politicizzazione endogena della magistratura; regime speciale, stabilito dalla legge, delle garanzie dei pubblici ministeri (art. 107 della Costituzione).

Questi sono alcuni dei passi necessari per assicurare l'indipendenza autentica della magistratura».

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