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Il discorso del "Re"

Per la prima volta Carlo parla alla Camera al posto di Elisabetta. Accanto a lui la corona imperiale della madre: l'immagine del passaggio di consegne che attende il Paese

Il discorso del "Re"

L'ultima volta fu nel Sessantatré. Elisabetta era incinta di Edoardo, dovette dunque lasciare il compito al lord cancelliere. Già in precedenza, l'anno era il Cinquantanove, la regina, in attesa della nascita di Andrea, scelse di non presentarsi. Stavolta non è una questione di gravidanza, Elisabetta ha novantasei anni e le sue gambe non sono più quelle forti di un tempo. La sua mobilità è limitata, i medici le avevano suggerito la massima prudenza, dunque evitare incontri in pubblico e sedute lunghe, aggiungo noiose.

Buckingham Palace aveva emesso un comunicato: «La regina continua ad avere problemi di mobilità episodici e, in consultazione con i suoi medici, ha deciso con riluttanza che domani non parteciperà all'apertura del parlamento statale». Un portavoce di Downing Street aveva risposto: «Il primo ministro rispetta pienamente i desideri di Sua Maestà ed è grato al Principe di Galles per aver accettato di pronunciare il discorso a suo nome». La forma, innanzitutto, come si deve a corte e, in particolare, nel mondo Windsor. Il principe Carlo ha indossato l'uniforme imperiale e si è seduto sul trono, dinanzi al parlamento. Alla sua destra, su un cuscino di velluto rosso posto su una panchetta, stava la corona imperiale della madre, a fianco William in abito scuro e dalla parte opposta la duchessa Camilla. Immagine storica, esclusiva, il primo discorso di Carlo, futuro re, la fantasia e non soltanto quella è tornata a rispolverare la memoria di Bertie, re Giorgio VI, la sua balbuzia, l'ansia di un sovrano in piena e drammatica guerra mondiale, una storia rilanciata dallo splendido film di Tom Hooper vincitore di quattro Oscar. Stavolta il set cinematografico era vero, senza attori e comparse, il tono profondo della voce del principe erede non ha avuto pause, affanni, le parole sono state seguite attentamente dallo sguardo di Boris Johnson, il testo gli appartiene, il cerimoniale prevede che venga letto dal monarca che illustra le leggi che il governo dovrà approvare. Norme di severe di polizia, carcere di sei mesi per i manifestanti che si «incatenano», leggi sui prodotti dell'agricoltura con accenno ai pomodori geneticamente modificati che diventeranno prodotto comune per favorire nuovi esperimenti e studi degli scienziati.

Un discorso breve, 874 parole complessive, pronunciato in un tempo logico, 8 minuti e 45 secondi contro il quarto d'ora impiegato dalla madre nel discorso del diciassette novembre del 99. Ma le parole non hanno lo stesso peso dell'immagine di questa giornata che per gli inglesi e i sudditi del regno apre lo scenario al futuro immediato, a una svolta anticipata. La scomparsa del principe consorte Filippo e i problemi di salute, giustificati dall'età della sovrana, fanno presumere una scelta che Elisabetta dovrà compiere nei prossimi giorni o mesi. Voci di corte mormorano che la regina non presenzierà ai festeggiamenti in suo onore, programmati nella prima settimana di giugno, un evento che coinvolge l'intero Paese ma che trova una nuvola grigia improvvisa.

Il trono non è vuoto ma il silenzio di sua maestà ha riempito i pensieri dei Lord e dei membri del parlamento, il principe Carlo è pronto all'eredità, il Regno ritroverà un re dopo settant'anni ma la regina Elisabetta ha segnato un'epoca irripetibile, esclusiva, unica, per gli accadimenti, interni e internazionali ai quali ha assistito. Sembra quasi impossibile che la monarchia possa continuare ed abbia ancora la stessa efficacia in assenza di una personalità così ferma e definita come quella di Elisabetta II. Ma non va trascurato che i Windsor non sono una semplice, si fa per dire, casa reale, sono una Firm, sono una ditta, un'azienda che fattura, costa ai britannici ma porta benefici al Paese, alla voce turismo e affini. Questo attende Carlo, al di là del discorso che martedì dieci di maggio, lo ha portato ad essere il re d'Inghilterra in assenza di una regina però ancora presente come sovrana e come madre. La favola del castello è appena incominciata.

Poi verrà il tempo della storia.

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