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Discoteche, il lento di Franceschini

Mi chiedo se il Ministro Franceschini scherzi. E questa non è una polemica politica, ma una considerazione logica.

Discoteche, il lento di Franceschini

Mi chiedo se il Ministro Franceschini scherzi. E questa non è una polemica politica, ma una considerazione logica. Le contraddizioni del suo ministero sono evidenti. Ieri si è aperto a Pescara un museo dell'Ottocento di grande rilievo in un palazzo che fu pubblico, la Banca d'Italia, con un restauro perfetto che è stato in ogni modo rallentato dalla Sovrintendenza, mentre sul viale Riviera e lungo tutto il lungomare di Pescara si vedono orripilanti villini costruiti, o in costruzione, dopo aver distrutto edifici storici o anche conventi. Ci si chiede come possa essere accaduto, o accadere, se le Soprintendenze avessero svolto le loro funzioni. Oggi leggiamo un suo legittimo grido di dolore per la chiusura riconfermata delle discoteche. Fa piacere che se ne rammarichi, pur non avendo fatto nulla per tentare una diversa soluzione, per esempio per le discoteche all'aperto; ma la giustificazione con la quale argomenta la sua conformistica rassegnazione è singolare; e sta nell'evidente contrasto con i musei: «La differenza è evidente per tutti, non serve esser uno scienziato, un conto è camminare in un museo, un conto ballare ,che richiede contatto». A parte il fatto che il ricordo del ballo, per Franceschini, deve essere arcaico, perché da anni i balli sono fra persone distanti, e il liscio e il lento, che lui evidentemente praticava, totalmente obsoleti. Il resto sarebbe giusto. Ma perché allora, per lunghi mesi, il ministro, sapendo di quanta aria, di quanta distanza e dell'assenza di contatti in quei vasti spazi, ha tenuto chiusi i musei e perfino i siti archeologici nonostante i lai, non solo miei, ma anche dell'illustre Salvatore Settis e di molti altri competenti? Si accorge solo ora che i musei non sono luoghi di trasmissione del contagio ? E perché ha consentito all'obbligo del Green pass anche per musei e spettacoli all'aperto, discriminando gli studiosi che possono andare nei musei di Spagna, di Olanda , di Germania dei paesi dell'Est, di Inghilterra, ma non in quelli italiani? In tal modo una valorosa studiosa, Anna Bozena Kovalcic, esperta di Canaletto e Bellotto, non può entrare nei musei veneziani e nelle biblioteche per continuare le sue ricerche; e non perché sia no-vax , ma perché le sue condizioni di salute sono incompatibili con il vaccino.

Si sveglia ora Franceschini, affermando che i musei sono Paradisi e le discoteche inferni? In realtà gli abusi e le violenze contro la ragione e il buon senso determinano colpi di sole come quello che lo ha colpito ieri, mentre ballava da solo.

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