Disprezza la Costituzione, imam espulso

Non va a giurare per la cittadinanza: "Carta incompatibile con l'islam"

Disprezza la Costituzione, imam espulso

Si rifiuta di prestare giuramento sulla nostra Costituzione: espulso l'imam supplente di Treviso. È stato imbarcato sul volo in partenza da Fiumicino e diretto verso il Marocco, nella serata di mercoledì, Himadine Faagrouch, marocchino, classe 1983. Era il segretario della Comunità islamica della Marca e in assenza del titolare, ricopriva il ruolo di «imam supplente» nel centro culturale. Ora per motivi di sicurezza è stato rispedito a Casablanca.

L'imam trevigiano che stava per ottenere la cittadinanza italiana, si sarebbe rifiutato, non presentandosi all'incontro fissato, di giurare sulla Costituzione, in quanto secondo lui i principi sanciti nella Carta fondamentale sono incompatibili con l'islam. «In particolare si legge nella nota emessa dal Viminale questa persona si era rifiutata di prestare giuramento per il conferimento della cittadinanza italiana. Decisione, questa, maturata sulla base del convincimento secondo cui c'è piena incompatibilità tra l'osservanza dei precetti salafiti e la fedeltà alla Repubblica, laddove la nostra legislazione sarebbe portatrice di valori inaccettabili per un musulmano vero: un insieme di peccati su peccati come, per esempio, la parità tra uomo e donna. In linea con questi sentimenti di avversione verso le nostre regole, ha disprezzato i principi fondanti la nostra Costituzione e ha invitato persino i suoi familiari e i suoi conoscenti a rifiutare la cittadinanza italiana, proprio come lui aveva fatto».

Il 33enne marocchino, sposato con tre figli, era residente a Treviso con regolare permesso di soggiorno dal 1998. Nel 2013 aveva richiesto la cittadinanza. Faceva l'elettricista, lavorando autonomamente. La sua famiglia è già in Marocco. «Lo straniero ha tenuto comportamenti non conformi alla legge italiana e ai suoi dettami dice il questore di Treviso, Tommaso Cacciapaglia sono tenuti sotto pressante controllo i comportamenti non conformi al vivere comune italiano. La polizia di Stato, come le altre forze dell'ordine, tiene alta l'attenzione sul fenomeno e sulle persone che potrebbero destare sospetti». Dal 2015 si contano dodici imam espulsi. Complessivamente, come emerge sempre dal Viminale, ci sono stati 115 rimpatri forzati, di cui 49 sono stati eseguiti quest'anno.

Anche il governatore del Veneto, Luca Zaia è intervenuto, pubblicando un post su Facebook. «Nessun cedimento verso chi non rispetta le leggi e le regole della convivenza civile. La Questura ha realizzato un'ottima attività di controllo, legalità e sicurezza. Nessuno, nemmeno per motivi religiosi, può permettersi né di violare le nostre leggi, né di mettere in discussione i fondamenti della Costituzione, chiedendo la cittadinanza italiana ma rifiutandosi di fare il necessario giuramento. Se a questo signore non andavano bene le nostre regole, avrebbe fatto bene a non venire. Bene che ora sia stato rispedito al mittente». Ma nonostante questo, non mancano le difese.

Secondo il mediatore culturale trevigiano, Abderrahmane Kounti, l'imam allontanato sarebbe «una persona molto ortodossa e rigorosa nei comportamenti individuali di aderenza ai dettami religiosi, ma del tutto innocua». Tanto da essere espulsa.

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