Dl Salvabanche, Bankitalia indaga su Ubi, Unicredit e Banco Popolare per i costi extra dei conti correnti

Dl Salvabanche, Bankitalia indaga su Ubi, Unicredit  e Banco Popolare per i costi extra dei conti correnti

Bankitalia accende il faro sui rialzi dei conti correnti annunciati, per ora, da Banco Popolare, Ubi e Unicredit, direttamente o indirettamente collegati ai salvataggi bancari italiani ed europei. Lo sostengono fonti interne a Palazzo Koch.

«Stiamo monitorando con attenzione il comportamento di alcune banche nel riversare sulla clientela dei depositanti e dei correntisti i crescenti costi sostenuti per effetto della crisi bancaria», sostengono da via Nazionale per poi aggiungere: «Monitoriamo costantemente affinché i rapporti tra banca e cliente avvengano nel massimo rispetto delle norme di trasparenza della nostra legislazione. La normativa, più specificatamente, prevede che una banca possa cambiare le condizioni contrattuali di deposito o conto corrente, ma solo se vi è un giustificato motivo e nel rispetto della trasparenza, informando quindi il cliente per consentirgli di fare le proprie valutazioni ed eventualmente recedere, e motivando gli aumenti».

Proprio in questi ultimi giorni è emerso che Banco Popolare e Ubi hanno riversato sui propri clienti i costi del salvataggio di Banca Etruria, CariChieti, CariFerrara e Banca Marche, imponendo un contributo «una tantum» rispettivamente di 25 e di 12 euro. Complessivamente il crac delle quattro banche ha previsto un esborso del Fondo di risoluzione nazionale di 3,6 miliardi. Unicredit, invece, ha motivato il ritocco all'insu di alcune formule di abbonamento di conto corrente di due euro circa al mese, in relazione all'accordo «in sede Ue per la costituzione di un fondo per la risoluzione delle crisi bancarie», il cosiddetto Single Resolution Fund dove a regime confluiranno comunque i fondi di risoluzione nazionali.

«In ogni caso, per quanto ci è noto, finora non sono stati effettuati esposti in relazione agli aumenti dei costi dei conti corrente», commentano da Palazzo Koch.

Le associazioni dei consumatori tuttavia sono sul piede di guerra.

Il Codacons, ha lanciato un'«azione collettiva per fermare quello che è a tutti gli effetti un abuso a danno degli utenti» e si propone di raccogliere testimonianze dei balzelli per poi eventualmente procedere alle vie legali.

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