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"Il dl Sicurezza da cancellare": il Pd si appella ai giudici

La Regione Piemonte presenta ricorso alla Consulta: "Legge incostituzionale, consente la deportazione dei migranti"

"Il dl Sicurezza da cancellare": il Pd si appella ai giudici

Dopo i sindaci "disobbedienti" pure le Regioni "rosse" si scagliano contro il decreto Sicurezza, firmato da Matteo Salvini che riforma la normativa su immigrazione e rimpatri.

La Regione Piemonte è arrivata pure a fare ricorso alla Corte Costituzionale perché valuti la legge, che "è pericolosa" e "rischia di far diventare, solo in Piemonte, 5mila persone irregolari". Non manca l'associazione alla deportazione degli ebrei, dal momento che "proprio intorno al Giorno della Memoria" al Cara di Castelnuovo di Porto "numerosi migranti di colore, donne e bambini inclusi, già integrati nel territorio, sono stati caricati su autobus e deportati in località loro ignote". Per questo - come anticipa l'Adnkronos - la regione guidata da Sergio Chiamparino chiede di cancellare le nuove norme "dal nostro diritto positivo perché mostrano le caratteristiche devastanti di un virus letale per il nostro ordine democratico".

"Siamo la prima Regione ad aver inviato il ricorso ma presto seguiranno Umbria, Emilia Romagna, e altre", annuncia l'assessore all'Immigrazione Monica Ceruti, "Questo atto oltre a essere discriminatorio avrà conseguenze sulla vita di tutti i cittadini. Ad esempio, gli irregolari e i richiedenti asilo non potendo accedere al sistema sanitario, nemmeno per la prevenzione, andranno nei pronto soccorso, con evidente disagi per tutti".

La Regione ha affidato il ricorso - 96 pagine inviate alla Consulta - a Ugo Mattei, docente di diritto internazionale e avvocato, che ha spulciato articolo per articolo il decreto Sicurezza trovando, sostiene, "otto profili di incostituzionalità". Come la "mancanza del requisito della necessità ed urgenza indispensabile per poter decretare". Inoltre la legge "incide in modo rilevante sulle prerogative costituzionali delle Regioni e degli Enti locali".

La palla ora passa alla Corte Costituzionale che dovrebbe fissare una prima udienza entro un mese.

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