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Le Dogane difendono Minenna "Accuse infondate, ecco perché"

L'amarezza del direttore dell'Agenzia, vicino ai 5s. Il suo entourage: non ha mai ricevuto alcun avviso

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Le Dogane difendono Minenna "Accuse infondate, ecco perché"

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L'indagine sul direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Marcello Minenna è appena agli inizi ma i colpi di scena non mancano. La notizia dell'inchiesta aperta dalla Procura di Roma per abuso d'ufficio, di cui un Minenna che raccontano sia amareggiato avrebbe appreso soltanto dai giornali (così come nessuna comunicazione è arrivata in merito a indagini in materia di mascherine) è sinora pervenuta, almeno così riferiscono fonti molto vicine al manager di area grillina, ha scatenato all'interno delle Dogane reazioni contrastanti. I dossier che contengono le accuse dei due ex collaboratori di Minenna Alessandro Canali e Roberto Fanelli su presunte relazioni con una dipendente, una serie di viaggi di piacere, spese fuori controllo e favori agli amici sono al vaglio dei pm romani Anticorruzione Claudia Terracina e Gennaro Varone: secondo quanto trapela da fonti vicine all'Agenzia i legali del direttore Minenna avrebbero già iniziato a predisporre una serie di controdeduzioni. Non ci sarebbero viaggi di piacere ma soltanto missioni documentate da motivi istituzionali, come ad esempio un viaggio a Lampedusa per lavoro il 14 agosto 2020 assieme a un'ampia delegazione del Viminale. Nonostante ciò che si sostiene nessuna società che ha avuto o ha in corso affidamenti dall'Agenzia avrebbe avuto o avrebbe in corso contratti con la persona fisica Marcello Minenna. Il capitolo dello yacht al centro di un conflitto tra due Procure (una del Trentino Alto Adige e una della Campania, secondo quanto accertato dal Giornale) si intreccia con un carteggio tra lo stesso Minenna e il comandante generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana che avrebbe dovuto restare riservato. Nonostante fosse sotto sequestro l'imbarcazione è stata effettivamente dotata di sonar per una spesa intorno ai 200mila euro - alle Dogane tocca il compito di recuperare e smaltire i natanti utilizzati dai migranti e, a quanto risulta alle Dogane, l'investimento è comunque funzionale sebbene la nave sia in uso a un altro soggetto istituzionale, e dunque l'ipotesi di eventuale danno erariale sarebbe senza fondamento.

Lo scontro più acceso riguarda la cacciata dell'ex collaboratore e amico di Minenna, l'avvocato grillino Canali, che si dice in grado di dimostrare che il provvedimento con cui è stato allontanato è stato retrodatato, come ha scritto il Giornale. Secondo quanto trapela dall'entourage di Minenna invece la tesi della presunta retrodatazione sarebbe stata smentita per tabulas dall'Avvocatura Generale dello Stato che difende l'Agenzia. A conferma dell'inconsistenza dell'ipotesi accusatoria si fa notare come proprio l'altra sera il giudice del lavoro abbia rigettato l'istanza cautelare dello stesso Canali con addebito delle spese. «Il tribunale ha ritenuto che le mie condizioni patrimoniali non consentissero il ricorso ad un procedimento cautelare - è la versione di Canali - in quanto ho altri redditi da affitti e quindi non vi è urgenza di trattazione e dovrò fare ricorso con rito ordinario.

Ma nel merito della questione il giudice non si è minimamente espresso».

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