Draghi forma il nuovo governo: assente il ministro dello sport

Il governo Draghi è stato formato ma non è passata inosservata l'assenza del dicastero dello sport. Il ministro pentastellato delle politiche giovanili Fabiana Dadone avrà presumibilmente un sottosegretario ad hoc

Draghi forma il nuovo governo: assente il ministro dello sport

Il premier incaricato Mario Draghi ha formato il nuovo Governo ma non è passato inosservato come sia sparito il ministro dello sport. Secondo quanto riportato da Italpress, il ministro pentastellato delle politiche giovanili Fabiana Dadone, 36enne di Cuneo, avrà presumibilmente un sottosegretario ad hoc, dedicato allo sport. Il dato di fatto, però, è come un ministero attivo e indipendente fin dal 1914, sia stato depennato.

Colpo di spugna

Il ministero dello sport ha avuto sempre una grande valenza nei precedenti esecutivi come organo di controllo del Coni ma non solo. Nel 2006, anno in cui l'Italia di Marcello Lippi vinse il mondiale in Germania nonostante lo scandolo legato a Calciopoli, c'era Giovanna Melandri a capo di questo importante ministero, nominata da Romano Prodi. L'incarico della ds terminò nel 2008 e al suo posto venne nominato, come sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport, il farmacista Rocco Crimi voluto da Silvio Berlusconi.

L'economista Piero Gnudi, incaricato dal premier Mario Monti, iniziò il suo lavoro nel 2011 che finì nel 2013. Enrico Letta volle la campionessa olimpica Josefa Idem che durò pochi mesi, dall'aprile al giugno del 2013, in seguito ad un mini scandalo per presunte irregolarità nella gestione del suo patrimonio immobiliare, legate al pagamento dell'Imu e ad oneri previdenziali. Le deleghe della Idem furono trasferite all'esperto Graziano Del Rio e dal 2016 al 2018 al renziano Luca Lotti con Giancarlo Giorgetti come sottosegretario.

L'ultimo ministro

Il 5 settembre del 2019 Vincenzo Spadafora, del Movimento 5 stelle, è stato nominato ministro dello sport e delle politiche giovanili e il suo mandato è terminato di fatto con la caduta del governo Conte. Il suo congedo di qualche giorno fa, rigorosamente sui social network, era stato aspramente criticato per via di una frase che ha minato la sua credibilità agli occhi dei cittadini: "Quando diciassette mesi fa ho giurato come ministro per le Politiche giovanili e lo Sport eravamo in un’altra era, in un momento completamente diverso da questo. Per molti anni avevo seguito le questioni relative ai diritti dell’infanzia e dei giovani, è sempre stato il centro del mio impegno. Non conoscevo invece il mondo dello sport, al quale mi sono avvicinato con curiosità, rispetto e attenzione".

Spadafora aveva poi concluso il suo lungo post su Facebook con una speranza che non si sa ancora se riuscirà ad essere realizzata: "Consegnerò al mio successore un lavoro di fatto completato e basterà solo ripresentarlo al Consiglio dei Ministri e apporvi la firma! Il prossimo

Governo avrà anche il compito di approvare il Decreto Ristori cinque, che è già scritto e darà respiro a milioni di cittadini alle prese con difficoltà economiche a causa delle restrizioni dovuto al Coronavirus".

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