Draghi sveglia l'Ue e avvisa le aziende "Chi non sta ai patti non esporterà più"

Al primo vertice europeo il premier detta la linea: "Priorità alle prime dosi". La Merkel sul passaporto vaccinale: "Al via entro l'estate"

Draghi sveglia l'Ue e avvisa le aziende "Chi non sta ai patti non esporterà più"

Esordio in veste di nuovo capo del governo italiano per Mario Draghi, nel primo Consiglio europeo da quando è in carica. Un debutto a distanza, tutt'altra storia rispetto ai vertici in presenza con i leader dell'Unione a cui era abituato da presidente della Bce. Il dossier sul tavolo non è meno scottante della crisi del debito sovrano europeo affrontata da Draghi con il «costi quel che costi» del 2012 per salvare l'euro. Anche stavolta si tratta di far ripartire l'economia di un intero continente. Per riuscirci servono vaccini, qui e ora. Ecco il pedale sul quale l'Europa ha un disperato bisogno di accelerare, ha spiega il presidente del Consiglio, trovando ampio consenso tra i leader europei. Il «costi quel che costi» stavolta vuol dire necessità di avere un approccio inflessibile con le aziende inadempienti. «Se non rispettano le consegne non dovrebbero essere scusate», è la linea del nostro primo ministro. C'è sintonia anche su questo con gli altri leader e la richiesta alla Ue è «un approccio più duro sul divieto di esportazioni» di vaccini «per le compagnie farmaceutiche che non rispettano gli impegni presi». L'obiettivo è impedire che finiscano fuori dall'Unione dosi previste per l'Europa, mentre si lavora a una task force per aumentare la produzione industriale. Attualmente - ha spiegato la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen - 41 siti sono attivi nella produzione e «molti altri potrebbero aggiungersi».

Ironia della sorte, il vertice si svolge nello stesso giorno in cui la Cina dà il via libera a due nuovi vaccini, uno dei quali prodotto dal Wuhan Institute of Biological Product, affiliato di Sinopharm, oltre ai due già esistenti Sinovac e Sinopharm. Non solo. Il summit europeo è in corso proprio mentre il Ceo di AstraZeneca, Pascal Soriot, si difende durante un'audizione all'Europarlamento: «Stiamo facendo del nostro meglio per rifornire 40 milioni di dosi nel primo trimestre del 2021». Il punto è che avrebbero già dovuto essere 90 milioni. Siamo a meno della metà. La ragione dei ritardi? L'azienda non ha «alcun magazzino», «quindi ogni volta che si verificano problemi di produzione, si sentono subito». Quanto al tema dell'export «la stragrande maggioranza» delle dosi «prodotte nell'Ue viene usata per fornire l'Unione europea», spiega l'ad di Astrazeneca. Gran parte, ma non tutte. Come precisa Von der Leyen, sia Pfizer che Moderna stanno rispettando gli impegni dei contratti. Il problema è con AstraZeneca. Nel frattempo, sul tema esportazioni, anche da Pfizer arriva la risposta indiretta al pressing europeo: «Non siamo favorevoli al divieto di export» perché «il successo del nostro vaccino dipende da una complessa rete di collaborazioni in tutto il mondo» di cui «abbiamo bisogno per assicurarci di avere una solida catena di approvvigionamento qui in Europa».

Per la Ue la sfida è accelerare su tutte le fasi: dalle autorizzazioni dell'Ema fino ai piani di somministrazione, gestiti dai singoli Stati. Sul «modello inglese», Draghi preme per dare «priorità alle prime dosi» e velocizzare così una prima immunizzazione di massa «alla luce della recente letteratura scientifica». Resta il problema dei ritardi nella somministrazione. Su 51,5 milioni di dosi consegnate, nell'Unione ne sono state iniettate 29,17 milioni, poco più della metà. In Italia siamo a 3.872.278 vaccini somministrati su 5.198.860 consegnati. Difficile così mantenere l'obiettivo Ue di vaccinare il 70% degli europei (255 milioni) entro l'estate. Anche per questo Draghi frena, ma solo per ora, sui vaccini ai Paesi extra-Ue: «Non è il momento di donazioni. È una questione di credibilità nei confronti dei cittadini europei».

Via

libera invece al certificato o passaporto digitale per viaggiare in Europa. I criteri per la circolazione: vaccinazione, test negativo o immunità dopo la malattia. Angela Merkel spiega: dovrebbe essere pronto entro l'estate.

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