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Due Camini, la semplicità nel lusso di Borgo Egnazia

È una bella responsabilità avere nelle mani il ristorante gourmet del resort forse più famoso d'Italia, quello dove si sposano sceicchi e attori. Intendiamo Borgo Egnazia, a Savelletri, a due passi da Fasano, al confine tra il Salento brindisino e la Terra di Bari. Qui lavora ai Due Camini il corpulento Domingo Schingaro, uno che preferisce da sempre i fatti alle parole e che per questo ha spesso dovuto faticare più del dovuto per imporsi in un'epoca di chef affabulatori. Ma alla fine il talento emerge e Schingaro ha avuto di recente la prima stella Michelin. Che nessuno sembra mai badarci ma alla fine è la password di accesso al mondo della gastronomia che conta.

La cucina di Schingaro, che è un enfant du pays che però si è fatto le ossa a Londra e soprattutto in Piemonte con il suo maestro Andrea Ribaldone, è solida e terragna, fatta di ingredienti ricercati con cura da piccoli produttori della zona e utilizzati con attenzione, una cucina concreta, sostenibile, di pensiero e azione, che alleggerisce il corposo dna della tradizione regionale pugliese con un tocco di internazionalità che però non modifica geneticamente il genius loci. Una cucina in equilibrio - come del resto il luogo in cui il ristorante è ospitato - tra lusso e semplicità, tra cielo e terra.

La carta (tra i menu degustazione, il più impegnativo dei quali è un viaggio «altimetrico» nella cucina pugliese da meno 50 metri a 450) è di facile lettura, senza tranelli interpretativi, i piatti colorati e netti. Per tutti Gnumaredd (un involtino in budello) carciofo e topinambur; Cavatelli di frano arso, fagioli, cozze e pecorino; Biancostato di manzo podolico, cicoria, pane e midollo.

Dolci semplici, carta dei vini profonda, servizio impeccabile.

Due Camini, contrada pezza di Chiave, Fasano, frazione Savelletri, tel. 0802255000, www.

borgoegnazia.it, prezzo euro 100

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