E Baldinini guarda a Est. Con i piedi in Italia

E Baldinini guarda a Est. Con i piedi in Italia

Se la delegazione giapponese ha puntato sulla scopiazzatura di un'antica bottega da ciabattino per ricreare la magia del distretto calzaturiero marchigiano, una ragione ci sarà: anche questo è Micam con i suoi stand e il suo entusiasmo da collettivo dello stiletto. Grandi numeri e grandi speranze per una ripresa nel settore che tutti auspicano immediata. I piccoli come i grandi. Prendi Gimmi Baldinini, da San Mauro Pascoli, da oltre 30 anni ambasciatore del made in Italy del lusso con un marchio che oggi, oltre alle calzature produce accessori, capispalla, abbigliamento, valigeria, vini, profumi e arredamento. Un brand da 120 milioni di fatturato, il 90 % all'estero con oltre 200 negozi nel mondo dall'Europa al Far East, ma soprattutto con una cinquantina di vetrine solo in Russia, la sua vera «America» dove ha «fatto le scarpe» perfino a Putin e Miss Russia. Lui, corteggiato più volte per andare a produrre all'estero ha sempre rifiutato mantenendo, «nonostante la burocrazia» i piedi saldi nel Belpaese: «Speriamo che la situazione evolva in positivo», spiega lui che già negli Anni Ottanta aveva trovato il modo di far breccia oltre cortina con il suo stile. «L'Italia non può permettersi di mettersi contro una superpotenza in questo momento: il nostro settore come quello dell'abbigliamento ne subirebbero un colpo irreparabile».

Baldinini che è console onorario in Russia ed ha fatto centro anche nel cuore della Bielorussia, del Caucaso e dell'Ucraina conosce bene il risvolto di una crisi ancora più acuta: «L'Ucraina è un mercato potenziale da 60 milioni: non scordiamolo». Il Micam ormai, per lui come per molti big, è «Una buona abitudine», una vetrina importante anche se il business si fa anche fuori dalle fiere e con una lenta, inarrestabile opera di diplomazia «Con garbo e per passi elementari» come definisce lui la sua strategia. Ora tocca alla Cina, «un'alternativa imprescindibile per ogni marchio: le aziende per essere più forti devono aprirsi a mercati sempre più importanti: non farlo non significa fermarsi, ma addirittura scivolar indietro - spiega l'imprenditore - : i cinesi conoscono e ricercano il brand, anche se in fatto di gusto devono fare ancora molta strada», dice Baldinini. Il suo stand, fra il lusso del padiglione 3 a Micam per la prossima stagione 2015 è un'evoluzione inarrestabile di stile.

Così le sue vetrine, una decina anche in Italia, dove già ora occhieggiano i modelli per l'autunno, sintetizzati dal claim «sottozero»: dai polacchini in pelle spazzolata con fibbie e inserti dorati che si ritrovano anche su punte e tacchi di ballerine e decolletè.

Vernice rosso fuoco ad illuminare stivali e tronchetti e poi la pelliccia che trabocca dalle borse, in primis le sue «Icons» bicolori, che ormai han fatto il giro del mondo. «La ricerca è continua ed oggi è forse più difficile di ieri: la chiave è provare una strada e se non va, non incaponirsi, ma ricominciare daccapo seguendo un altro percorso verso il medesimo obiettivo».

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