E Facebook si scatena: pioggia di insulti al premier

Per festeggiare i due anni al governo aveva chiesto: "Qual è la riforma più urgente?"

E Facebook si scatena: pioggia di insulti al premier

Cosa succede a «grillinizzarsi» e ad aprire alla democrazia partecipata? Forse non se lo è chiesto Matteo Renzi, prima di lanciare sulla sua pagina Facebook un minisondaggio per chiedere ai cittadini su quali riforme spingere l'acceleratore. O forse non vuole credere alle rilevazioni che vedono la fiducia in caduta libera. Di certo non si aspettava una reazione simile.

Certo, se si lancia un'iniziativa così su un social aperto a tutti e che non si rivolge al proprio elettorato, bisogna aspettarsi che non tutti i commenti siano positivi. E sorprende che non ci abbia pensato proprio colui che fa dei social il suo cavallo di battaglia e che sta sempre attento a una «narrazione» positiva delle sue mosse.

Sta di fatto che ieri mattina Renzi si è vantato in 24-comode-slide dei successi e ha interpellato i cittadini: «Qual è secondo voi la riforma più urgente, adesso?». Apriti cielo: negli oltre 6mila commenti c'è di tutto. Ma spiccano soprattutto gli insulti di chi chiede a Renzi di dimettersi: «Vattene, vattene e ancora vattene», «Passi alla storia: si dimetta!!! E ci mandi alle urne con una legge elettorale che non sia una cagata pazzesca», «La priorità è che te ne devi andare a casa», «A casa. E subito anche». E via dicendo. Altro che successi: a leggere i commenti sembra che i due anni di governo verranno ricordati solo per le sconfitte del premier.

Soprattutto quelle sul Jobs Act «che non ci vuole uno studio per capire che è un fallimento e incentiva il lavoro nero!!!». Mentre il premier snocciola i dati su disoccupazione e lavoro giovanile, migliaia di persone lo attaccano perché non ha fatto abbastanza. «Hai rovinato la scuola pubblica, assunto di tutto e di più non tutelando chi aveva pari diritti. Altroché disoccupazione, il problema è che il governo riesce a creare disoccupazione dove poteva esserci lavoro stabile», si legge nel commento di una donna che riassume la disfatta dell'esecutivo, dal caos sulle unioni civili alle tasse lievitate di 26 miliardi: «Non ci sono parole! Non riconoscete i diritti che la gente ha acquisito, però chiedete sempre più tasse. Laureata in Scienze della formazione tra 4 mesi disoccupata di nuovo ringrazia!».

E poi le pensioni: il segretario Pd eredita il fardello delle proteste sulla riforma Fornero, ma la previdenza resta al centro dei problemi dei cittadini.

E di certo le ultime uscite sul taglio della reversibilità non ha aiutato il premier a tornare tra le simpatie degli italiani. Se poi ci aggiungiamo tutti i balzelli più o meno noti che si è inventato Palazzo Chigi negli ultimi due anni c'è davvero poco da festeggiare.

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