«L'economia italiana rimane caratterizzata dal proseguimento di una fase di stagnazione». Questo il benvenuto dell'Istat al governo Conte-bis la cui precedente versione è parzialmente responsabile del deterioramento del quadro macroeconomico. «Nel secondo trimestre il prodotto interno lordo, in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, si è mantenuto sugli stessi livelli dei tre mesi precedenti», ha sottolineato l'istituto di statistica nella Nota mensile sull'andamento dell'economia.
Ad agosto, ha ricordato l'Istat, «l'indice del clima di fiducia ha evidenziato un deterioramento sia per i consumatori sia per le imprese», mentre la flessione dell'indicatore anticipatore indica «il proseguimento della fase di debolezza dei livelli di attività economica». Inoltre, «la debolezza dei ritmi produttivi si è riflessa anche sul mercato del lavoro, determinando l'interruzione della crescita delle unità di lavoro e delle ore lavorate». Di sicuro non il miglior viatico per il giudizio di Moody's che ieri in tarda serata è stata chiamata a rivedere il rating dell'Italia. Secondo gli analisti di Citigroup, la probabilità di un taglio del giudizio sul debito sovrano è molto diminuita dopo che l'inciucio Pd-M5s dato che «i rischi politici sono sostanzialmente rientrati e il deficit 2019 non dovrebbe superare il 2% del Pil». D'altronde, senza che la manovra sia messa nero su bianco e con una correzione dei conti già approvata il mese scorso, è difficile ipotizzare colpi di scena. Piuttosto gli investitori internazionali attendono al varco Conte e il neoministro dell'Economia Gualtieri sulle scelte qualificanti come riduzione del deficit strutturale e rilancio della crescita, due istanze sulla cui coniugazione tutti i recenti governi hanno miseramente fallito.
Il clima di attesa si è riflesso anche nelle contrattazioni di Piazza Affari che ha chiuso la settimana sostanzialmente invariata (-0,04%), mentre il differenziale di rendimento tra Btp decennali italiani e Bund tedeschi, il cosiddetto spread, è lievemente aumentato a 152 punti dai 150 della vigilia. La notizia, però, è un'altra: l'exploit di Atlantia, la holding della famiglia Benetton. Le azioni hanno guadagnato l'1,4% a 24,64 euro, tornando sui valori precedenti al crollo del Ponte Morandi a Genova del 14 agosto 2018. Il nuovo ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli (nella foto), si è detta favorevole al Passante di Genova e alla revisione della concessione autostradale, mentre la revoca non è nel programma di governo. «Sono indicazioni positive», hanno sottolineato gli analisti di Equita Sim.
I Cinque stelle, però, non hanno smesso di «spaventare» i mercati.
L'indiscrezione secondo cui il nuovo governo avrebbe intenzione di introdurre una carbon tax per colpire l'utilizzo del carbone nei processi industriali (acciaierie, cementieri e generazione elettrica incluse) ha spinto al ribasso le utilities con il -0,36% di A2A ed il -0,68% di Enel.
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