Ormai l'unico che riesce a ricompattare la maggioranza è Matteo Salvini. Pd, M5s e il resto del centrosinistra viaggiano uniti come non mai per il sì all'autorizzazione a procedere per il leader della Lega, chiesta dal Tribunale dei ministri di Catania che vuole mandare a processo l'ex ministro dell'Interno con l'accusa di sequestro di persona per il caso della nave Gregoretti.
Molto dura la posizione dei Cinque Stelle, che invece a febbraio, dopo una votazione su Rousseau, dissero no all'autorizzazione a procedere per Salvini, coinvolto nel caso della nave Diciotti, bloccata dall'allora titolare del Viminale ad agosto dell'anno scorso. Di Maio ha giustificato così la capriola: «Mi pare che Salvini abbia sempre detto di non avere nulla da temere, ora fa la vittima - ha spiegato ieri il ministro degli Esteri - penso sia ben chiaro che la questione Gregoretti non è come quella della Diciotti. La Gregoretti è stata solo propaganda del ministro Salvini, che a un certo punto cominciò ad annunciare il blocco delle navi militari». Le parole di Di Maio hanno il sapore della vendetta: «Per il caso Diciotti Salvini diceva che non aveva problemi a farsi processare. Adesso lo vedo un po' impaurito, però è evidente che ognuno deve assumersi le sue responsabilità». Mercoledì sera a Porta a Porta il capo politico del M5s aveva precisato di aver appoggiato lo stop della Diciotti «perché l'Europa non ci ascoltava». Situazione ben diversa, secondo Di Maio, rispetto a luglio di quest'anno, quando «il blocco della Gregoretti non fu un azione decisa dal governo, ma dal ministro Salvini, in questo caso l'interesse pubblico prevalente non c'era». Il Movimento, quindi, stavolta voterà sì al processo, senza passare da Rousseau.
Palazzo Chigi, in una nota inviata l'11 ottobre al Tribunale dei ministri di Catania, aveva specificato che la questione della Gregoretti non era mai stata discussa in Cdm, «né nel citato Consiglio dei ministri (31 luglio, ndr), né in altri successivi». Dal punto di vista tecnico, Maurizio Gasparri, di Forza Italia, presidente della Giunta per le immunità parlamentari ha parlato del 20 gennaio come della data probabile per il voto sulla vicenda. Contro l'autorizzazione a procedere Fratelli d'Italia con la leader Giorgia Meloni: «Di Maio sta usando le istituzioni per ripicche personali - ha detto - quando era ministro nello stesso governo con Salvini, non disse una parola». E ha concluso: «Gli unici che dovrebbero essere indagati sono quei ministri che per anni hanno fatto favoreggiamento dell'immigrazione clandestina». Per il deputato di Forza Italia Nino Germanà Di Maio incarna «il prototipo del voltagabbana». Matteo Orfini, del Pd, ha attaccato: «Io non so se Salvini sia colpevole o no.
So però che un ministro dell'Interno non può abusare del suo potere per privare delle persone della propria libertà». Da Italia Viva il senatore Davide Faraone, ospite della trasmissione Agorà ha detto: «Salvini usava quelle persone per fare propaganda politica».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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