Politica

E la minoranza del Pd ora impallina Padoan «È una legge per Corona, voteremo contro»

La fronda contesta la misura. La difesa di Nannicini: «Ricostruzioni distorte»

Gian Maria De Francesco

Roma Una norma ad hoc per Fabrizio Corona. Aveva bollato così l'ex segretario Pd, Pier Luigi Bersani, l'ipotesi di un allargamento della voluntary disclosure anche al contante detenuto in casa oppure in cassette di sicurezza. La sorpresa nel vedere l'indiscrezione tradotta in realtà ha determinato una reazione ancora più amara. «Sentiamo già la solfa: da gufi ora siamo vampiri», dicono nella minoranza dem citando il tweet del premier Matteo Renzi con il quale si annunciava la chiusura di Equitalia. Nel documento programmatico di Bilancio presentato dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, alla Commissione Ue c'è anche di più. «Proroga per tutto il 2017 dei termini per la presentazione delle istanze di voluntary disclosure sui redditi e patrimoni detenuti all'estero e ampliamento della platea, tramite la possibilità di optare per un prelievo forfetario, a titolo di imposte, interessi, sanzioni e contributi», si legge nel testo nel quale si aggiunge che «ulteriori misure saranno previste nel caso in cui la collaborazione volontaria abbia ad oggetto denaro in contanti, valori al portatore e altri valori». Insomma, non solo si accenna alla possibilità di trasformare l'autodenuncia degli asset non dichiarati in una sorta di condono con il pagamento di un forfait, ma anche la tanto contestata e vituperata «norma Corona». I bersaniani sono quindi sul piede di guerra. «Il mio governo che avalla la voluntary disclosure per i contanti difficilmente avrà il mio via libera», ha twittato il bersaniano Davide Zoggia, mentre l'ex capogruppo alla Camera Roberto Speranza ha rincarato la dose: «Ogni volta che permetti a chi non paga le tasse di farla franca il conto arriva sempre». In fondo, lo stesso Bersani ieri s'è speso in difesa del suo ex collega Vincenzo Visco (quando parla di «vampiri» Renzi a lui si riferisce; ndr) ripetendo che per pagare meno tasse bisogna pagare tutti. Oltretutto al coro s'è unito anche l'ex premier Mario Monti che su La7 va giù pesante: «Così si rischia di favorire il riciclaggio di denaro».

Ecco perché a contrastare la fronda interna (che già promette una gragnuola di emendamenti anche sull'iperammortamento) è sceso in campo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini vero coordinatore della politica economica del governo, dunque alter ego dello stesso Renzi. «Ricostruzioni distorte e strumentali», ha commentato precisando che «non è prevista alcuna estensione: la voluntary nazionale (sul contante) era già presente l'anno passato», mentre con la riapertura «si renderà tracciabile e bancarizzato un pezzo di Paese attualmente ancora sommerso».

D'altronde, questa proroga è uno dei pilastri della manovra: nel documento inviato a Bruxelles si cifrano gli introiti a 1,9 miliardi, mentre per la rottamazione delle cartelle di Equitalia è stato previsto un introito inferiore rispetto a quanto dichiarato nelle slide di Renzi e Padoan: 3,1 miliardi anziché 4. Ecco perché si sta pensando di ricomprendere anche le multe e l'Iva non versata. Lo confermano fonti di governo.

Ci sarebbe a livello politico l'intenzione di «allargare» la sanatoria, evitando problemi per i Comuni e forse pure con l'Ue: l'Iva è una tassa armonizzata a livello europeo ma l'importante è il recupero dell'evasione non tanto l'abbuono di sanzioni e mora.

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