Roma«Nessuno può pensare ora di mettere in discussione le regole sulle intercettazioni. Altra cosa è parlare della pubblicazione o della troppa pubblicità specie se si tocca la vita privata», il presidente dell'Autorità anticorruzione Raffaele Cantone entra nel dibattito sulla riforma della prescrizione e difende le intercettazioni, dichiarandosi a favore di un ampiamento del loro utilizzo nei casi di corruzione.
Parole spese durante la presentazione della Direttiva anti corruzione nelle società partecipate o controllate dallo Stato, che prevede controlli sempre più stretti sulle società pubbliche o semipubbliche, comprese le fondazioni e gli enti. In arrivo anche una disciplina per quelle partecipate dal Tesoro e quotate in Borsa.
Il testo, presentato ieri dal ministro Pier Carlo Padoan, incide sulle scelte e sull'organizzazione delle società partecipate o controllate. Per l'applicazione si punta sulla collaborazione, ma sono pronte sanzioni per quelle che non si adegueranno.
Le società dovranno avere un dirigente interno al quale sarà conferita la responsabilità della lotta alla corruzione. «Mister legalità», dovrà redigere il piano di trasparenza e prevedere in quali aree della società si potrebbero verificare episodi di corruzione. Ma le novità più rilevanti - sempre che il piano sia attuato - riguardano le misure che incidono sull'organizzazione interna di controllate e partecipate. In particolare la rotazione degli incarichi dei dirigenti e la distinzione delle competenze. Un modo per non creare feudi di potere a spese del contribuente. Poi tutele per i dipendenti che segnalano illeciti commessi da superiori.
Per evitare che le società pubbliche o semipubbliche diventino il ricettacolo di politici caduti in disgrazia, il governo tenta la carta della trasparenza. «Per le controllate si dovranno pubblicare non solo dati sulle procedure di selezione del personale e per acquisti di beni e servizi, ma anche sull'organizzazione, amministratori, dirigenza, incarichi e consulenze», ha spiegato Roberto Garofoli, capo di gabinetto del ministro dell'Economia.
Cantone ha confermato che si cercherà di fare applicare la direttiva anche a «società atipiche come le fondazioni» che sono «troppo spesso usate come strumento per non adeguarsi. Chiederemo alle fondazioni controllate di comportarsi come enti pubblici, chiederemo il rispetto delle norme di trasparenza e delle regole anti-corruzione». Fuori dal perimetro di applicazione le società quotate in Borsa e anche quelle che emettono strumenti finanziari per le quali il ministero dell'Economia e la Consob, stanno però studiando misure ad hoc. «So che questo passo avanti non resterà lettera morta», ha assicurato Padoan.
Per Cantone il via libera alle nuove norme «è una rivoluzione», ma le linee guida «non saranno salvifiche».
Il recepimento della direttiva è praticamente obbligato. «Non puntiamo alle sanzioni, che pure potremo irrogare a seguito dei controlli - ha spiegato ancora Cantone - ma ad una collaborazione: ci auguriamo una volontaria applicazione» da parte delle realtà coinvolte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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