E ora Renzi sfida l'Europa: «Basta lezioni, decidiamo noi»

Il premier dichiara guerra agli euroburocrati che dovranno dare l'ok alla legge di Stabilità, poi fa lo sbruffone: «La bocciano? E io la ripresento»

E se la bocciano? «La ripresento tale e quale». Matteo Renzi va alla guerra con l'Europa. «La Ue non è il nostro maestro. Non ci fa esami, non ha titolo per entrare nel merito delle misure. Può dare suggerimenti, ma basta sudditanza psicologica. Ogni volta che parla il portavoce di terzo rango di un vicecommissario aggiunto, i media rilanciano la dichiarazione dicendo che “Bruxelles dice”». Guerra preventiva. «Diamo 20 miliardi l'anno e ne prendiamo indietro 11. Ci deve aiutare, non dire qual è la tassa più giusta».

No, non sarà una passeggiata. Qualcuno, come il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, si è già esposto: «La legge di Stabilità italiana non è esattamente in linea con il nostro consiglio generale di spostare il peso delle imposte sul lavoro a proprietà e capitali». Qualcun altro, come il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble, aspetta solo il momento migliore per sollevare un caso politico perché l'Italia «continua a far leva sul disavanzo». Ma Dombrovskis, ex premier lettone, è un noto falco. Quanto a Schauble poi, chi non lo conosce.

Non sarà una passeggiata ma, dicono fonti di Bruxelles, nemmeno una disfatta. Le carte da Roma sono arrivate nei termini e sono formalmente corrette e la Commissione ha adesso tre settimane di tempo per esaminare la manovra ed eventualmente bocciarla. Non è mai successo, non accadrà nemmeno stavolta, però la Ue ha fino al 30 novembre per esprimere il suo giudizio definitivo. Giornata chiave il 5, quando la Commissione pubblicherà le tradizionali previsioni economiche e verificherà se le stime sulla crescita coincidono con quelle ipotizzate dal nostro governo. Si prevedono critiche, polemiche, correzioni.

Interventi che Matteo Renzi ha messo in conto, tant'è vero che si dice pronto alla battaglia: «Siamo tra i pochissimi che rispettano regole e parametri. La scelta sull'abolizione della Tasi può farla solo il Parlamento italiano». Un atteggiamento spavaldo, aggressivo che, se dal punto di vista interno sembra studiato apposta per portare consenso, nell'ottica europea può trasformarsi in un boomerang. Replica infatti la portavoce dei commissari Dombrovskis e Moscovici: «Noi abbiamo una base legale per esprimerci. Tutti gli Stati hanno firmato il Six pack , il Two pack , il Patto di stabilità e crescita».

Dunque l'Italia è sotto stretta osservazione. Il premier punta sull'aspetto politico, sull'accordo che avrebbe raggiunto nelle scorse settimane con Angela Merkel e Jean-Claude Juncker. Però sarà dura ottenere il via libera su tutte le misure, anche perché stavolta al solito schieramento dei rigoristi del nord e dell'est si aggiunge una Francia in freddo con noi.

Nei prossimi giorni i tecnici del commissario agli Affari economici Pierre Moscovici sezioneranno la manovra italiana. Roma vuole fare cassa per finanziare lo sviluppo spostando il rapporto decifict/Pil dall'1,8 per cento al 2,2. Recuperare lo 0,4 significa avere a disposizione almeno sei miliardi in più. La prima tranche, 0,1, una specie di «premio» per le riforme, anche da Bruxelles è data per scontata. L'altro 0,3, che riguarda la «clausola investimenti», invece è in bilico.

Secondo la Commissione questa flessibilità può essere concessa se l'investimento ha «rilevanza europea», come ad esempio i fondi strutturali per lo sviluppo: l'intesa con Merkel e Juncker permetterà un'interpretazione più duttile? Ancora meno speranze, dicono da Bruxelles, ci sono per l'ulteriore 0,2 come «rimborso spese» per gli immigrati. Renzi spera però la Commissione non ha nemmeno ancora «valutato la fattibilità dello strumento».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica