E il «salotto» di Milano diventa latrina

Di notte il centro degenera. Tra molestie e risse è pure pericoloso

Marta Bravi

Milano Il salotto che diventa camera da letto. La parabola quotidiana del centro milanese che si trasforma con il passare delle ore: di giorno vetrina luccicante per passanti, business man e turisti, di notte dormitorio e latrina a cielo aperto. Da piazza Duomo a piazza Diaz, passando per corso Vittorio Emanuele e piazza san Babila, da Galleria Vittorio Emanuele a largo Corsia dei Servi, da corso Garibaldi a corso Como.

Clochard, vagabondi, migranti, nomadi, venditori abusivi di rose e braccialetti campeggiano giorno e notte nel centro. In alcuni casi molestando i turisti e obbligandoli quasi a comprare braccialetti di stoffa o una corsa, in altri ingaggiando risse tra d loro, in altre dormendo sulle soglie dei negozi e usando cespugli e aiuole come latrine. Capita anche vengano sorpresi in un amplesso come è accaduto due giorni fa dietro l'edicola di corso Garibaldi, come a Roma, in pieno giorno. Mangiano, bevono, dormono bivaccano anche a gruppi nella stazione di piazzale Cadorna, sotto i portici lungo il centro da via Vittor Pisani, il viale che conduce alla stazione Centrale, dove qualche tempo fa era stata immortalata una donna a seno nudo accasciata su un cartone, o imprechino contro i passanti come accade in via Dante. «Inutile nascondersi dietro le ipocrisie. Il problema c'è - ammette Mattia Abdu (Pd), assessore a Urbanistica e Commercio del Municipio 1 - abbiamo ricevuto le segnalazioni da parte dei cittadini che avevano paura a passeggiare per il centro la sera per le risse tra clochard. Anche perché molti di loro sono diffidenti e non vogliono andare nei dormitori» spiega Abdu. «In molti scelgono il centro perché è più facile ricevere l'elemosina e comunque è una zona più sicura - spiega Mario Furlan dei CIty Angels -Chi non vuol farsi vedere, invece, sceglie luoghi di scarso passaggio, sempre in centro, per accamparsi». «I negozianti di via San Pietro all'Orto ci avevano chiesto di intervenire - spiega Filippo Jarach, consigliere del municipio 1 (Fi) - perché i senza tetto che stazionavano davanti ai negozi usavano la strada come una latrina». Il titolare di una boutique di piazza san Babila è stato derubato a dicembre: «Sono entrati in macchina in Galleria San Babila, e ci hanno messo due ore e mezza a scassinare la porta. Hanno rubato tutto e sono scappati. È mai possibile che si possa entrare in un'isola pedonale in auto, impiegare due ore per forzare una serratura, senza che nessuno se ne accorga? Il problema è che non c'è alcun presidio».

Risale a ieri sera un'aggressione da parte di ragazzi italiani ai danni di una giovane coppia di Torino in corso Como, sotto i grattacieli scintillanti di Porta Nuova per intenderci: gli

aggressori erano «fatti» di cocaina, hanno picchiato i malcapitati, senza alcun motivo, e se ne sono andati del tutto indisturbati. Il degrado, la violenza, la disperazione si specchiano nel simbolo della rinascita milanese.

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