E Salvini attacca Conte e Tria "Così finiamo commissariati"

Il leader della Lega: «Niente rinvio della procedura Ue» E al G20 il ministro dell'Economia «smonta» la flat tax

E Salvini attacca Conte e Tria "Così finiamo commissariati"

Nonostante le sette ore di fuso rendano piuttosto caotico il confronto, è sulla rotta Roma-Osaka che si consuma l'ennesimo braccio di ferro tra Matteo Salvini e il tandem Giuseppe Conte e Giovanni Tria.

Mentre presidente del Consiglio e ministro dell'Economia sono infatti impegnati nel tentativo di rassicurare i leader europei presenti al G20 sulla tenuta dei conti italiani, il vicepremier lancia segnali di forte insofferenza. Un messaggio che dall'Italia viene recapitato direttamente in Giappone. Il leader della Lega, infatti, guarda con una certa perplessità allo scenario che sta prendendo piede in questi ultimi giorni secondo cui la Commissione Ue si starebbe preparando a rinviare a settembre la decisione sull'eventuale procedura d'infrazione contro l'Italia. Una soluzione che fino a ieri sia Conte che Tria avrebbero accolto con l'entusiasmo di un bambino che mangia il primo gelato estivo, ma su cui adesso arriva la brusca frenata di Salvini. «Rimandare la decisione significherebbe commissariare la politica economica del governo per mesi, sarebbe una decisione contro di me», manda a dire il ministro dell'Interno da Roma.

D'altra parte, in caso di rinvio è del tutto evidente che dopo l'estate i riflettori della Commissione Ue sarebbero puntati sulla legge di bilancio, con buona pace delle speranze di Salvini di portare a casa una flat tax che «costa» tra i 12 e i 15 miliardi. Non è un caso, questo raccontano da Palazzo Chigi, che in quel di Osaka Tria stia lasciando intendere ai suoi interlocutori che la tassa piatta non è un tema davvero sul tavolo. Come a dire, non vi preoccupate che alla fine non si farà. Oppure sarà così svuotata da non pesare in maniera importante sulle coperture per il 2020, cosa che - secondo il Mef e l'Ue - rischierebbe di mettere a rischio i nostri conti pubblici. E in effetti se davvero il 9 luglio l'Ecofin deciderà di «congelare» la procedura per deficit eccessivo contro l'Italia è del tutto evidente che il braccio di ferro con Bruxelles sarà solo rinviato a dopo l'estate. Di qui il timore di Salvini di finire commissariato. E l'avvertimento al premier e al ministro dell'Economia.

Un messaggio che a Osaka arriva forte e chiaro. Al punto che Conte decide per un netto cambio di rotta. «Rimandati a settembre? Non esiste. O ci multano o chiudono la procedura d'infrazione, ma niente rinvii», è la nuova linea del premier. Che cerca di tenere insieme tutto e di placare un Salvini che sul punto sarebbe persino arrivato a minacciare lo strappo. Una posizione, quella del presidente del Consiglio, quasi paradossale e sicuramente poco comprensibile per i partner Ue. Fino a ieri, infatti, lui e Tria erano pronti a fare carte false per un rinvio che avrebbe comunque dato fiato al governo. Mentre ora sono costretti a muoversi nella direzione opposta.

La trattativa, intanto, sia avvia agli sgoccioli. Domani, di rientro dal Giappone, Conte è atteso a Bruxelles per un Consiglio Ue straordinario che dovrà risolvere l'ingarbugliato nodo delle nomine. I leader europei sono precettati fino al pranzo del lunedì, perché la partita si annuncia complessa.

Poi, il giorno seguente, mentre a Roma si terrà il Consiglio dei ministri che deve dare il via libera al ddl sull'assestamento del bilancio 2019 a Strasburgo si riunirà il Collegio dei commissari che discuterà di nuovo il caso Italia per poi passare la palla all'Ecofin a cui spetta, il 9 luglio, l'ultima parola.

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