E le toghe tornano all'assalto a Bari «L'ex premier in aula con la forza»

RomaIl fatto che Silvio Berlusconi in questi giorni sia in Russia per parlare con il presidente Putin della situazione internazionale non è bastato ai giudici di Bari a giustificare l'assenza dell'ex premier al processo sul presunto giro di escort nelle sue residenze, dove ieri avrebbe dovuto testimoniare. E neppure il fatto che i legali avessero già annunciato che Berlusconi non avrebbe risposto in quanto indagato in un procedimento connesso. Per la terza volta il leader di Forza Italia ha mancato il suo appuntamento con i giudici e per questo la seconda sezione del Tribunale, dove si sta celebrando il processo a carico di Gianpaolo Tarantini e altre sei persone, ha disposto il suo accompagnamento coatto. Il prossimo 10 luglio l'ex premier sarà accompagnato in aula dai carabinieri.

L'avvocato Niccolò Ghedini chiede l'intervento del Csm: «La decisione del Tribunale di ritenere non provato l'impedimento del presidente Berlusconi appare surreale. È stata prodotta una lettera autografata attestante l'impegno internazionale a seguito dell'invito di Putin». Berlusconi si era appena riaffacciato sulla scena politica dopo aver scontato ai servizi sociali la condanna per i diritti Mediaset che ecco arrivare puntuale la magistratura a frappore nuovi ostacoli. Prima, tre giorni fa, con la richiesta di condanna a 5 anni formulata dai pm di Napoli nel processo per la compravendita dei senatori, e ora con l'accompagnamento forzato. Una decisione che ha provocato una levata di scudi da parte dei suoi fedelissimi. «Un fatto gravissimo di cui dovrà essere investito il Csm», tuona Renato Brunetta. «Berlusconi - spiega il presidente dei deputati di Fi - come documentato è stato invitato dal presidente della Federazione Russa Vladimir Putin per un importante incontro in merito alla situazione internazionale, ma il Tribunale ha ritenuto di maggiore rilievo la testimonianza che avrebbe dovuto rendere, pur sapendo che si avvarrà della facoltà di non rispondere, e ne ha incredibilmente disposto addirittura l'accompagnamento coattivo pur conoscendo la disponibilità a presenziare alla successiva udienza». Anche Daniela Santanché (Fi) chiede l'intervento del Csm: «Il presidente di Forza Italia viene trattato come un pericoloso criminale, roba da matti». «Una decisione assurda, spropositata. Una misura ingiustificata, degna di una mangistratura ancora troppo accecata dal pregiudizio politico», dice Gabriella Giammanco (Fi).

«Inaccettabile» anche per Deborah Bergamini, sempre Fi, per la quale la decisione dei giudici «è l'ennesima prova dell'accanimento giudiziario contro Berlusconi». Di «inaccettabile follia persecutoria» parla invece Paolo Romani, presidente del gruppo di Fi al Senato.

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