Roma La maggioranza chiede le dimissioni di Tito Boeri. Lo fa anche il governo al massimo livello, con il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio, che però precisa di avanzare la richiesa nelle vesti di semplice cittadino. Non di chi guida il ministero che esprime il vertice dell'istituto di previdenza. Le parole dell'economista milanese contro il governo e la difesa delle stime sul decreto dignità, in primo luogo quelle sul numero di disoccupati provocati dalla stretta sui contratti a termine, non sono passate inosservate. Il vicepremier e leader pentastellato ha precisato di non avere «il potere di rimuovere» Boeri. «O scade oppure resta lì». Quindi «noi più che dire, come normali cittadini, che si dovrebbe dimettere non possiamo fare altro».
Ed è vero che il ministero dell'Economia non può rimuovere il presidente dell'Inps, anche se la sua nomina avviene per decreto su indicazione del dicastero guidato oggi da di Maio. Non ci sono procedure così dirette per rimuoverlo. Ma è altrettanto vero che giovedì Boeri si è di fatto detto disponibile a farsi da parte se dalle «sedi opportune» arrivasse una richiesta precisa.
La bocciatura politica di Boeri è chiara. «Se il presidente dell'Inps Boeri ha delle idee contrarie e ritiene che le mie siano sbagliate ha tutto il diritto di dirlo. Però - ha attaccato Di Maio - se poi cominciamo addirittura a dire che mi sto distaccando dalla crosta terrestre e così via, allora qui stiamo andando oltre. Se poi queste persone sono nominate dai governo precedenti, mi viene il sospetto che più che fare l'agenzia e l'istituto si stia facendo opposizione al governo». Attacchi simili sono arrivati da tutto il M5s.
Una difesa inaspettata dalla segretaria della Cgil Susanna Camusso che vede nello scontro tra il presidente dell'Inps e il governo «tratti di autoritarismo insopportabili. Ho spesso avuto divergenze con il presidente Boeri ma questo non ho mai pensato che significasse mettere in discussione il suo ruolo». Da notare che il decreto dignità di Di Maio ha contenuti nettamente di sinistra, come limiti ai contratti a termini molto simili a quelli della riforma del lavoro di Elsa Fornero.
Forza Italia si è tenuta a distanza dai contendenti. «Credo che tutti debbano fare un passio indietro per il bene del Paese. Sia Di Maio, sia Boeri sono andati oltre le loro prerogative», ha commentato Paolo Zangrillo, capogruppo di Forza Italia nella commissione Lavoro della Camera. «I grillini chiedono le dimissioni di tutti quelli che non la pensano come loro.
Se fossero all'opposizione presenterebbero una mozione di sfiducia contro i ministri ma, siccome i ministri sono Cinque stelle, chiedono le dimissioni dei presidenti degli Enti pubblici», ha commentato Patrizia Marrocco, deputata di Forza Italia.AnS
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.