E il voto premierebbe il centrodestra

Ma senza i seggi di Forza Italia i sovranisti non avrebbero la maggioranza

E il voto premierebbe il centrodestra

Ci sono i sondaggi, c'è la nuova struttura del Parlamento con il taglio dei seggi confermato dal referendum e ci sono i collegi ridisegnati post riforma. All'equazione manca però la nuova legge elettorale su cui i giallorossi avevano vantato un accordo palesemente solo di facciata. L'ipotesi che si vada a votare a breve al momento non pare la più probabile. Ma se accadesse le regole resterebbero quelle del cosiddetto Rosatellum.

Basandosi su queste premesse, gli specialisti di Youtrend hanno disegnato cinque possibili scenari in caso di elezioni. In tre casi su cinque la maggioranza assoluta dei seggi andrebbe al centrodestra. Solo uno degli scenari possibili vede un successo pieno di una coalizione di centrosinistra che ruoti intorno a M5s e Pd: una vittoria teorica sarebbe possibile solo se l'alleanza si allargasse a comprendere anche i movimenti della stessa area che oggi sono all'opposizione, come Azione e +Europa. Ipotesi davvero difficile da immaginare, considerando che alcuni di questi raggruppamenti nascono proprio per differenziarsi dal Pd. Basti vedere la difficoltà di raccogliere una coalizione ampia intorno al nome di Carlo Calenda come candidato a sindaco di Roma.

Ma l'ipotesi più interessante tra quelle disegnate da Youtrend è il caso di scioglimento del centrodestra. Se Forza Italia lasciasse la storica coalizione per legarsi ai movimenti di ispirazione più liberale (Italia viva, Azione e +Europa) mentre Lega e Fdi formassero un'intesa sovranista, il centrosinistra comunque non riuscirebbe a conquistare una maggioranza assoluta dei seggi, ma solo un vantaggio relativo rispetto ai concorrenti. È il vero indizio dell'attuale debolezza elettorale dello schieramento di centrosinistra.

Ci sono altri scenari possibili: coalizioni come alle regionali della Liguria, M5s e Pd divisi come alle Politiche del 2018 e lo «scenario Conte»: centrodestra unito contro l'attuale (traballante) maggioranza giallorossa.

In tutti e tre i casi a controllare il Parlamento sarebbe la coalizione di centrodestra. Resta l'ipotesi di un «partito di Conte» separato dai 5S. Impossibile per ora dire che peso avrebbe. Non sorprende che la coalizione giallorossa non abbia fretta di votare.

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