Dollaro e titoli di Stato americani ma anche le azioni delle piccole e medie imprese quotate a Wall Street e quelle delle multinazionali di Piazza Affari che sono più «attive» Oltreoceano. Ecco le quattro «chiavi» per guadagnare in Borsa, tramite fondi di investimento ed Etf, cogliendo le occasioni che creerà il piano economico e finanziario di Donald Trump. Che nel suo discorso di giuramento come 45esimo presidente degli Stati Uniti ha ribadito di voler «mettere l'America al primo posto», chiedendo agli americani di comperare prodotti made in Usa e di assumere. Il suo obiettivo è creare 25 milioni di posti di lavoro e una crescita annua del pil del 4%. Per fare questo la Casa Bianca pensa anche di bloccare il «Tpp» (l'accordo di libero scambio tra gli Usa e 12 Paesi dell'area pacifica e asiatica) e di rinegoziare l'intesa Nafta con Canada e Messico.
BENE LE AZIONI MADE IN USA MA ATTENZIONE AL FISCO
Negli ultimi tre anni le grandi corporation e multinazionali di Wall Street hanno registrato performance superiori rispetto a quelle delle «cugine» small e mid cap, ma adesso la cura di The Donald promette di cambiare tutto, invertendone le prospettive. L'atteso taglio delle tasse dovrebbe, infatti, avere benefici maggiori per le piccole imprese (la cui aliquota fiscale media è al 32%) che non per i colossi (che pagano già ora «solo» il 26%). Inoltre le società minori e attive prevalentemente negli States potranno usufruire di un maggiore protezionismo da parte dell'amministrazione Trump, in virtù della loro bassa esposizione internazionale: si stima che i ricavi esteri delle piccole imprese americane raggiunga appena il 19% del totale. Cui va aggiunto il fatto che, mentre l'attesa crescita del biglietto verde eroderà margini e profitti delle multinazionali Usa, le realtà medio-piccole saranno meno vulnerabili al dollaro forte vista la bassa esposizione sui mercati esteri. Fatte queste premesse il consiglio operativo è di affidarsi a un buon gestore «attivo» di fondi specializzati sulle small e mid cap Usa: grazie alla gestione attiva di portafoglio (che consente al fondo di modificare nel tempo l'esposizione ai settori, al contrario degli Etf che rispecchiano sempre fedelmente le ripartizioni che i settori hanno negli indici) sarà possibile far fronte alle importanti (e magari improvvise) rotazioni di settore che potrebbero verificarsi quest'anno.
PER LE MULTINAZIONALI ITALIANE C'E LA «MOLLA» USA
Un'altra possibilità per sfruttare, in modo indiretto, la ricetta economica di Trump è quella di puntare sui gruppi di Piazza Affari più legati al mercato americano dal punto di vista delle vendite o al dollaro. Analizzando i ricavi, possiamo iscrivere sulla carta a questo gruppo realtà come Fca, Stmicroelectronics, Luxottica, Buzzi Unicem, Campari, Leonardo Finmeccanica, Autogrill, Cnh, Exor, Prysmian, Eni, Enel oltre alle maison del lusso come Salvatore Ferragamo o Moncler. Ma attenzione: molto dipende dal prezzo e in ogni caso si tratta di un'opzione d'investimento solo per gli investitori più abili e dotati delle conoscenze e competenze adeguate per muoversi in Borsa. Ogni titolo va infatti attentamente esaminato e, una volta acquistato, va seguito ogni giorno per scegliere il momento giusto per rivenderlo.
IL DOLLARO SALIRÀ ANCORA E C'È LA SCOMMESSA RUBLO
Passiamo ora alle opportunità che si potrebbero aprire sul fronte dei cambi. Il dollaro americano, che si è già cresciuto di oltre tre punti percentuali sull'euro dall'elezione di Trump ad oggi, tenderà a rafforzarsi ancora fino a sfiorare la parità con la divisa europea. Questo perché mentre la politica monetaria della Federal Reserve tenderà ad essere restrittiva (soprattutto nella seconda parte dell'anno per contrastare gli effetti della maggiore inflazione provocata da Trump) quella della Bce continuerà ad essere accomodante (lasciando i tassi della zona euro inalterati almeno fino a dicembre 2017) con acquisti sul mercato di obbligazioni in euro. Chi ha già in portafoglio un 30% in valuta estera, di cui la metà (15%) in dollari, può quindi incrementare un po' alla volta la sua scommessa tramite Etf monetari area dollaro, fino al 20%. Nei prossimi mesi è, inoltre, possibile accumulare ulteriori posizioni in dollari (aggiungendo un altro 5%) magari sfruttando eventuali fasi di debolezza del biglietto verde se il cambio euro/dollaro tendesse a toccare (o superare) quota 1,10. L'effetto Trump potrebbe inoltre giovare al rublo russo (grazie alle buone relazioni personali tra il neopresidente americano e Putin) mentre la sterlina potrebbe rappresentare la sorpresa 2017. Dopo il crollo del 2016 sull'euro (-15%), la divisa di Londra potrebbe recuperare terreno soprattutto se si verrà a creare, come è sembrato delinearsi in queste settimane, un asse preferenziale tra Stati Unito e Regno Unito con accordi commerciali ancora più stretti.
OBBLIGAZIONI AMERICANE «GOLOSE» A QUOTA 2,60%
Quest'anno potrebbe poi dare buoni frutti puntare sui Treasury Usa. Ma sarà fondamentale scegliere bene il tempo di ingresso, ricordando che il rendimento si muove in direzione opposta alla quotazione: se il primo sale il secondo scende e viceversa. Ecco perché i guru ritengono che se il decennale americano raggiungerà un tasso del 2,60%, contro il 2,47% toccato venerdì scorso, il suo prezzo potrà poi con tutta probabilità solo aumentare. Assicurando così un buon ritorno all'investitore. Al contrario, chi punta sui Titoli di Stato della zona euro è esposto al rialzo dei tassi di mercato: si stima per esempio che il Bund tedesco a 10 anni (che attualmente offre un rendimento dello 0,42% annuo) possa arrivare a sfiorare l'1% nei prossimi sei mesi, provocando ai sottoscrittori una perdita di circa quattro punti percentuali. Inoltre una piccola scommessa sui Treasury Usa è comunque consigliata come polizza anticrisi. All'orizzonte ci sono rischi politici in Europa (elezioni in Francia, Olanda e Germania) e altri fattori che promettono di rendere i nervosi molto nervosi, volatili: l'investimento in titoli distato americani offre uno scudo a tali eventi.
Gli esperti, più in particolare, consigliano di puntare sui Tips (Treasury Inflation Protected Security, le obbligazioni i cui rendimenti sono direttamente collegate all'inflazione) sempre divesificando tramite lo strumento degli Etf o dei fondi. Infatti, le politiche economiche e fiscali annunciate Trump faranno crescere l'inflazione d'Oltreoceano.
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