Politica

Ecco il guaio quotidiano Il capitano De Falco accusato di violenza

L'aggressione riferita dalla moglie, che però non denuncia. Lui minimizza. Ira di Di Maio

Ecco il guaio quotidiano Il capitano De Falco  accusato di violenza

Capitani poco coraggiosi. Come se non bastassero gli scontrini e le spese gonfiate, il Movimento Cinque Stelle deve fare anche i conti con il caso-De Falco. Il capitano di fregata, fino ad ora famoso per il suo inflessibile «salga a bordo cazzo» diretto a Francesco Schettino durante la tragedia dell'Isola del Giglio, è stato accusato dalla moglie di violenze domestiche. Ecco la dichiarazione fatta dalla donna alla polizia di Livorno: «Mio marito, in stato di alterazione, durante un'accesa lite in casa ha aggredito me e una delle nostre due figlie». Il Corriere della Sera ieri ha riportato la notizia, precisando però che la donna, Raffaella, non ha presentato denuncia formale. Secondo il racconto della moglie, il candidato M5s, in corsa al Senato in Toscana, «aveva alzato le mani anche contro la figlia appena maggiorenne». La ragazza sarebbe «stata presa per i capelli» dal padre e, spaventata, sarebbe scappata di casa per poi ritornare soltanto dopo molte ore. I fatti risalgono a una settimana fa e ora piombano sulla campagna elettorale del Movimento Cinque Stelle, coinvolgendo uno degli «uomini simbolo» della società civile scelti da Di Maio per il nuovo corso dei grillini.

Ma dall'orgoglio all'imbarazzo il passo è breve. Nel Movimento raccontano di «un candidato premier furioso e indeciso se prendere subito provvedimenti nei confronti di De Falco». I sussurri di giornata parlavano addirittura di «un'altra possibile autosospensione» ovviamente imposta dai vertici. Il leader, prima di entrare negli studi di Domenica Live su Canale 5, era tormentato sul tipo di dichiarazione da fare. E alla fine ha scelto di salvarsi in calcio d'angolo, prendendo tempo: «La prima cosa che ho fatto oggi è stata chiamare De Falco: lui ha smentito a me e pubblicamente» - ha detto Di Maio a Barbara D'Urso - ma la violenza sulle donne è inaccettabile: chiedo quindi alla signora di inoltrare la denuncia in modo che possiamo accertare i fatti. In modo da verificare se c'è stato un caso di aggressione».

L'ineffabile De Falco ha provato a uscire dall'impasse, senza smentire a chiare lettere la versione della moglie. Il capitano ha detto all'Ansa: «Non sono mai stato violento, è evidente che si tratta di una strumentalizzazione mediatica volta alla denigrazione». Ha spiegato che lui e la donna si starebbero separando: «Le difficoltà di trovare un accordo economico tra le parti e la tensione che ne deriva è il motivo scatenante dell'episodio di un recente alterco». E poi: «La situazione che sto vivendo per la notizia uscita sulla stampa circa un mio coinvolgimento in uno scontro familiare mi amareggia moltissimo. Sento il dovere morale e sociale di chiarire la mia posizione».

E Matteo Renzi si è buttato a pesce nella polemica. Il segretario del Pd, durante un evento a Roma, ha attaccato: «Se c'è qualche candidato che mette le mani addosso alla moglie o alla figlia, su quello tutti insieme si dica no. Sulla violenza non si scherza. La lotta alla violenza sulle donne deve essere patrimonio di tutti». Per il deputato dem Michele Anzaldi, De Falco è peggio degli «scrocconi»: «La denuncia di violenze di De Falco, se confermata, sarebbe gravissima. Un caso del genere lo trasformerebbe nel peggiore degli impresentabili, da far impallidire furbetti, truffatori e scrocconi».

Sui social network però gli attivisti grillini si sono compattati in difesa dell'«uomo copertina» del Movimento. Si va dalla «macchina del fango si è messa in moto contro di te, ma hai dalla tua parte milioni di persone» fino a «lei ha tutta la mia stima» e, dulcis in fundo: «il privato deve rimanere nel privato».

Cinque Stelle, due pesi e due misure.

Commenti