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Ecco i nomi dei cinque grillini che non vogliono l'Italia sicura

Cinque senatori M5S non votano il dl Sicurezza. Ora il Movimento prenderà provvedimenti. Luigi Di Maio non ha gradito

Ecco i nomi dei cinque grillini che non vogliono l'Italia sicura

Il dl Sicurezza-Immigrazione è passato al Senato con 163 voti favorevoli. Il decreto fortemente voluto da Matteo Salvini passa con il voto di fiducia. Fiduca votata da Lega e M5S. Ma nel grande calderone grillino spuntano fuori i dissidenti.

Fino al voto di oggi i grillini dissidenti erano quattro: Gregorio De Falco, Elena Fattori, Paola Nugnes e Matteo Mantero. Ma oggi in Aula se ne sono aggiunti altri tre per svariati motivi. Vittoria Bogo Deledda e Michele Giarrusso (erano in congedo dunque assenti giustificati) e Virginia La Mura (dai tabulati è risultata assente, ma aveva firmato alcuni emendamenti assieme a De Falco).

Ecco chi sono i grillini dissidenti

I quattro dissidenti del Movimento cinque stelle (Gregorio De Falco, Elena Fattori, Paola Nugnes e Matteo Mantero) non hanno partecipato al voto perché ritengono dannoso questo decreto Sicurezza-Immigrazione. Il comandante De Falco ha motivato il suo allontanamento al momento del voto con queste parole: "Rendere questo decreto aderente al dettato costituzionale era un preciso dovere di questo Parlamento come ci ha ricordato la più alta carica dello Stato. In ogni caso confermo la mia fiducia a questo governo...". Paola Nugnes, invece, è entrata nel merito del decreto, smontandolo pezzo dopo pezzo: "Tutti questi immigrati irregolari non spariranno certo per decreto". Elena Fattori, infine, ha aggiunto: "Questo decreto è contro tutto quello che c’è nel programma dei Cinque Stelle".

E di loro si sapeva già. Ora, però, stupisce la decisione di Virginia La Mura. La Mura, tra l'altro, aveva firmato gli emandamenti e oggi non ha votato. "Anche io sono uscita dall'aula al momento del voto perché ho fiducia nell'azione di questo governo, ma non potevo dare il mio voto al decreto Sicurezza - scrive su Facebook La Mura -. Se mi si vuole costringere a votare un decreto attraverso la fiducia non posso fare altro che uscire dall'aula. Questo decreto non mi appartiene e ritengo vada anche contro i principi del Movimento 5 Stelle stesso". Tipico del MoVimento che si è fatto conoscere per il grido "onestà, onestà...".

I grillini dissidenti nel mirino del MoVimento

I vertici del Movimento 5 Stelle ritengono il comportamento dei "dissidenti" interni al Senato "dannoso" per il MoVimento. Per questo motivo per gli esponeti pentastellati che a palazzo Madama si sono esposti per sottolineare il loro dissenso sul testo è stata avviata un'istruttoria ai probiviri (il consiglio interno al M5S che esamina i comportamenti degli iscritti e ne valuta l'eventuale espulsione), come ha annunciato il capogruppo Stefano Patuanelli. "Si tratta di un comportamento particolarmente grave visto che si trattava di un voto di fiducia al governo", dice Patuelli.

La tesi è che verrà fatta distinzione tra chi, pur non partecipando al voto, ha deciso di non accendere su di sè i riflettori e chi, invece, ha inseguito la notorietà in tv con le proprie dichiarazioni in Aula. Mantero e La Mura, per esempio, dovrebbero essere "salvati" proprio per aver scelto una linea "low profile". Finiranno all'attenzione degli organismi interni del Movimento, invece, gli altri - come De Falco - che hanno optato per un atteggiamento che - spiegano fonti parlamentari - ha messo in difficoltà il Movimento.

Lo stesso Luigi Di Maio non avrebbe gradito l'idea che i dissidenti abbiano preso le distanze in Aula. "Hanno offerto uno spettacolo con poco stile", dice una fonte M5s. Il "cartellino giallo" nei confronti di De Falco e degli altri che hanno manifestato apertamente durante le dichiarazioni in Aula la loro contrarietà al dl Sicurezza dovrebbe arrivare già in giornata. La soluzione non dovrebbe essere quella dell'espulsione ma in ogni caso - chiarisce un "big" pentastellato - di fatto con il loro comportamento si sono messi fuori dai gruppi.

Il commento di De Falco

"Io questa questione la sto apprendendo dalla stampa - dice De Falco in merito alla possibile espulsione dal MoVimento -. Non ho nessun timore, io ho fatto il mio dovere". "L'ho appreso dalla stampa", ha insistito, spiegando di non aver ancora sentito Luigi Di Maio. "A mio modo di vedere - ha aggiunto l'ufficiale di Marina - il comando va esercitato con la condivisione. In questo momento il Movimento rischia di farsi male perché la sensibilità del Movimento non è questa".

De Falco ha poi ribadito la sua posizione sul decreto e sul governo: "Continuo a sostenere questo governo, ovviamente soprattutto per la parte 5 Stelle", ha spiegato, ma "questo provvedimento credo che porterà danno perchè viola i dettami costituzionali e non ottiene gli effetti che vorrebbe raggiungere di portare più sicurezza.

Nel Contratto di governo non era scritto questo".

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