Ecco l'asse Forza Italia-Lega: scacco a Renzi in cinque punti

Dal fisco all'immigrazione, passando per lavoro, Europa e sicurezza Serie di incontri per una proposta di governo alternativa alla sinistra

Ecco l'asse Forza Italia-Lega: scacco a Renzi in cinque punti

Così, ecco l'idea: aprire da subito un tavolo di confronto stabile per partorire già a dicembre un programma comune. «Prove di coesione e alternativa di governo» si chiama il progetto cui stanno lavorando i big dei rispettivi partiti: i capigruppo di Camera e Senato azzurri Renato Brunetta e Paolo Romani da una parte; quelli leghisti Massimiliano Fedriga e Gian Marco Centinaio dall'altra; ma anche i cosiddetti tecnici come Armando Siri, economista, responsabile economico di «Noi con Salvini» e super tifoso della flat tax. Ma attorno al tavolo ci saranno anche Giovanni Toti, Deborah Bergamini e Giancarlo Giorgetti. L'idea è quella di incontrarsi a scadenze fisse e mettere insieme una strategia comune - e quindi un programma - sui grandi temi che interessano il Paese. Sono già stati individuati i macro settori su cui discutere: tasse, sicurezza e immigrazione, Europa, lavoro e welfare, Lo.Ve.Li. (modello Lombardia-Veneto-Liguria). A seconda delle necessità i tavoli saranno aperti a parlamentari, amministratori locali, dirigenti di partito, esperti dei vari settori. L'idea è quella di trovare la quadra su tutti i temi sopracitati e riuscire a parlare con una sola voce, smussando così anche i più piccoli contrasti.

Un esempio? Già ora Forza Italia e Lega concordano: urge una riforma choc del sistema fiscale; avanti con la flat tax. Ma a quale percentuale? Siri propone il 15%, Brunetta è più propenso al 20%. Ecco: il tavolo servirà per fare una sintesi, fare il «capitolato» con tanto di coperture e quindi presentare il progetto agli italiani. Presumibile l'intesa piena sui temi dell'immigrazione e della sicurezza che non sono separati da quelli più generali di politica estera. Non a caso Salvini e Berlusconi si sono trovati d'accordissimo nel criticare la politica dell'Europa nei confronti della Russia.

Ma se sulla «tassa piatta», sulle sanzioni e sull'immigrazione sarà più facile trovare una quadra, sul tema «Europa» le posizioni rischiano di essere più distanti. La Lega continua a sostenere che l'uscita dall'euro non sarebbe una disgrazia mentre Forza Italia rifiuta una lettura così radicale. La sintesi potrebbe essere quella di chiedere una profonda revisione dei trattati e rivedere gli eurovincoli che ci impongono politiche recessive.

Al di là delle tecnicalità, Forza Italia e Lega hanno voglia di accendere i motori di quelli che potrebbero essere gli Stati maggiori dell'alleanza. Ma c'è un «ma», un antico nodo politico non ancora sciolto e che potrebbe essere d'intralcio al perfezionamento del patto: il Carroccio, che vorrebbe aprire il tavolo anche ai Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, continua a porre i propri veti ai centristi di Cesa e Alfano. Gli azzurri, invece, non pongono alcun tipo di veto ma sono più propensi ad allargare la maggioranza, includendo anche i cugini dell'Ncd. Per ora il paletto di Salvini nei confronti di Alfano è piantato nel cemento: «Mai con chi sostiene Renzi e il suo governo». Se poi un giorno Angelino dovesse cambiare idea, vale il vecchio assunto del leader del Carroccio: «Renzi è pericoloso e quindi stiamo parlando di costruire un'alternativa seria con chi ci sta - disse Salvini uscendo da Arcore dieci giorni fa - Chiunque ci dà una mano a mandarlo a casa è benvenuto».

di Francesco Cramer

Roma

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