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Ecco come il M5S si appresta a dire sì alla Tav

Pare ormai quasi scontato che sulla Tav il M5S dovrà cedere come è già successo con il Tap e l'Ilva di Taranto. Il problema è dire sì e allo stesso tempo salvare la faccia davanti alla propria base

Ecco come il M5S si appresta a dire sì alla Tav

Il Movimento Cinque Stelle è in evidente difficoltà sulla Tav. Pare ormai quasi scontato che dovrà cedere come è già successo con il Tap e l'Ilva di Taranto. Il problema è dire sì e allo stesso tempo salvare la faccia davanti alla propria base.

Il progetto di una Tav "leggera" proposto da Nilo Durbiano, ex sindaco di Venaus, che prevede due linee ferroviarie anziché tre, è già stato respinto al mittente dalla Lega di Matteo Salvini. "I Cinque Stelle sanno benissimo che il cosiddetto progetto leggero non si può realizzare, perché non sarebbe più una linea ad alta velocità. Se insistono con questa posizione ideologica, andremo a sbattere", ha spiegato a La Stampa Edoardo Rixi, ex sottosegretario ai Trasporti. Come sbrogliare una matassa così complicata? Semplice, Luigi Di Maio, rivela di quotidiano di Torino, punta a spaccare il fronte No Tav tra i fautori di una "versione light" dell'Alta Velocità e gli oltranzisti duri e puri. Alberto Perino, leader No Tav, sembra disponibile ad appoggiare i primi così da permettere al M5S di salvare il salvabile. In sintesi, i grillini stanno piano piano spostando la loro posizione verso il sì anche perché la decisione dell'Ue di finanziare il progetto per il 55% li mette spalle al muro. Ciò si evince già dalle parole dell'ex attivista No Tav Laura Castelli, attuale sottosegretario al Tesoro, che dice: "Non è tutto bianco e nero". Dal ministero dei Trasporti, invece, tranquillizzano: "I bandi sono sempre revocabili senza oneri". In Val di Susa molti municipi ora sono in mano a sindaci indipendenti vicini alla Lega e la svolta pare sempre più vicina con il premier

html">Giuseppe Conte che pungola Luigi Di Maio a pronunciare quanto prima le parole "magiche" già usate per il Tap: "Ormai è troppo tardi per fermare l’opera".

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