Il vicepremier Luigi di Maio assicura che con la prossima legge di Bilancio non ci sarà «nessuno strappo con l'Europa», semmai «un dialogo incisivo e sincero per riuscire a ottenere delle cose». Salvini invece sdogana l'avvio graduale di Flat tax e reddito di cittadinanza. «Nessuno pretende di cambiare il mondo in quattro mesi. Dovrà esserci un avvio, un inizio, di tutte queste cose».
In sostanza, dopo il vertice di governo di venerdì è passata la linea del ministro dell'Economia Giovanni Tria. Un compromesso che dovrebbe consentire al governo di approvare il prossimo autunno delle versioni molto depotenziate della riforma fiscale voluta dalla Lega e del nuovo sussidio sponsorizzato dal M5S e, al contempo, di rispettare i vincoli europei.
Equilibrio difficilissimo tra politica e ragioni dell'economia. Più che la prospettiva di uno scontro con la Commissione europea, il governo teme il giudizio dei mercati, già anticipato dall'andamento dello spread registrato negli ultimi giorni.
Allo stesso tempo i due partiti della maggioranza non sono disposti a rinunciare alle proposte di bandiera, anche perché le elezioni europee sono alle porte. Impossibile escludere una delle due misure. «O li faremo insieme o non li faremo del tutto», ha assicurato ieri il sottosegretario alla Presidenza Giancarlo Giorgetti.
Questo significa che per entrambe andranno trovate coperture extra. La prossima legge di Bilancio partirà già gravata da 20 miliardi di correzione del deficit e sterilizzazione delle clausole di salvaguardia.
Tra le ipotesi circolate in questi giorni c'è appunto l'aumento dell'Iva. Unico modo per coprire il reddito di cittadinanza nella versione doc voluta dai pentastellati o una riforma fiscale un po' più incisiva. In sostanza si fanno aumentare le aliquote dell'Iva, magari selettivamente, e si risparmiano 12,5 miliardi.
Aumento per tutti che ieri è stato fermamente condannato da Confcommercio, soddisfatta per l'intenzione di restare nei limiti di bilancio europei, ma contraria al rincaro dell'imposta su beni e servizi. «Si tratterebbe - spiegano i commercianti - di uno scambio con effetti fiscalmente regressivi a carico dei livelli di reddito più bassi e con un impatto depressivo sui consumi interni in una fase di evidente rallentamento della crescita del Pil del nostro Paese».
Di Maio ha smentito l'ipotesi di stangata sull'Iva definendola una «fake news». Resta quindi da capire quali saranno le coperture. Ieri circolava molto la «pace fiscale», cioè la sanatoria sulle liti fiscali. Ma non può essere una copertura, perché le entrate sono incerte e non passerebbe il vaglio dell'Europa. Resta in piedi il taglio delle agevolazioni fiscali, che però rischia di colpire i tre quarti dei contribuenti. Tanti, secondo un recente studio del Consiglio nazionale dei commercialisti sono quelli che già usufruiscono delle cosiddette spese fiscali. Per accontentare circa 400mila contribuenti si rischia di penalizzarne il 75% degli italiani.
Al prossimo incontro tra il
ministro Tria e i vertici del governo si affronterà il nodo coperture. Ma non ci sarà un ritorno del tema delle pensioni, escluso dall'accordo Tria/governo. Anche se nella Lega in molti non vogliono rinunciare nemmeno a questo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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