Elezioni politiche 2022

Scuola, lavoro e modernità: la ricetta del Cav per la rivoluzione liberale

Cambiare e migliorare la scuola e l'università: Silvio Berlusconi ha le idee chiare sul futuro del mondo dell'istruzione nel nostro Paese

Scuola, lavoro e modernità: la ricetta del Cav per la rivoluzione liberale

La campagna elettorale è nella sua fase più intensa. Mancano appena quattro giorni al voto e i partiti sono impegnati negli ultimi appuntamenti con gli elettori. Silvio Berlusconi si sta spendendo in larga parte sui social e in tv con interviste lunghe e dettagliate su quelli che sono i pilastri e i temi fondamentali del programma di Forza Italia. Il partito azzurro, a differenza di quelli di campo opposto, ha formulato un programma completo che va ad abbracciare tutte le sfere del sociale, anche quelle con poco appeal elettorale. Sui suoi social, Silvio Berlusconi ha affrontato anche il tema scolastico in senso stretto, a differenza di quanto fanno a sinistra, dove l'unico tema trattatalo e rilanciato è lo "ius scholae".

Riformare la scuola

Il Cavaliere ritiene che, nonostante la scuola italiana abbia una grande tradizione, vada "riqualificata e aggiornata, ma non stravolta. Dai percorsi didattici migliori, escono studenti più preparati di quelli di altri Paesi avanzati", ha ricordato l'ex premier, che però ha sottolineato l'esigenza di coordinare scuola e università "con un mercato del lavoro sempre più complesso ma non devono diventare un parcheggio di futuri disoccupati". La scuola e l'università hanno un compito ben preciso, che è quello di "formare donne e uomini liberi, cittadini consapevoli, con gli strumenti per fare le scelte giuste nella loro vita".

"In Italia gli stessi problemi"

D'altronde, i giovani sono uno dei cardini dei progetti di crescita rilanciati da Silvio Berlusconi nel programma elettorale di Forza Italia, sono il futuro di questo Paese che deve risollevarsi. E nell'intervista rilasciata a Rai News 24, il Cav ha fatto notare che "molti elettori di oggi nel 1994 non erano neppure nati", sottolineando come da quando è stata fondata Forza Italia il mondo sia cambiato e sia andato avanti, anche nell'ambito della comunicazione, ma non solo. "Nuovi protagonisti si sono affermati, dal terrorismo islamico all'imperialismo comunista della Cina, siamo arrivati dove siamo ora". In un mondo che è cambiato, però, non è cambiata la politica in Italia. "Alcuni si chiedono perché io in questa campagna elettorale abbia utilizzato lo stesso linguaggio di trent'anni fa. Perché credo che la coerenza sia una virtù, anche in politica", ha spiegato il Cavaliere, aggiungendo che la sua scelta deriva anche dal fatto che "i problemi dell'Italia purtroppo non sono molto cambiati". Tutti i progetti messi a punto dai governi azzurri negli anni sono stati smantellati "da molti anni di governo della sinistra. La stessa sinistra che da 11 anni è al governo quasi ininterrottamente senza aver mai vinto le elezioni. Per questi motivi, credo che ci sia davvero bisogno di una rivoluzione liberale".

La guerra in Ucraina

In merito alla guerra in Ucraina, Silvio Berlusconi ha dichiarato: "La posizione dell'Italia sulla guerra in Ucraina dovrà essere esattamente quella del governo Draghi, che noi abbiamo sempre sostenuto in Parlamento anche su questi temi. Quella dell'Europa, dell'Occidente, dell'Alleanza Atlantica. Io naturalmente come ogni persona ragionevole e dotata di coscienza inorridisco davanti alla tragedia della guerra". Il Cavaliere ha spiegto che il suo desiderio è quello che "la diplomazia riprendesse immediatamente ad agire al posto delle armi. Sono anche profondamente preoccupato dal fatto che la Russia vada sempre più nella sfera di influenza cinese, sapendo che la Cina sarà l'avversario sistemico dell'Occidente nel 21 secolo, sul piano ideologico, economico, politico, militare, sul piano dei diritti umani, delle libertà civili e religiose".

L'appello agli astenuti

"Molti italiani non vorrebbero andare a votare, perchè sono delusi, scoraggiati, arrabbiati. Ma è proprio a loro che mi rivolgo, sono proprio loro quelli che più degli altri dovrebbero votare", ha dichiarato Silvio Berlusconi all'Agi. L'ex premier aggiunge: "Se non lo faranno, tradiranno sè stessi, la propria famiglia, il proprio futuro. Non andare a votare significa lasciare che le cose vadano come sono andate finora, significa gettare via l'unica arma per provare a cambiarle". E ha spiegato che "per paradosso, dovrebbe rimanere a casa chi è soddisfatto di come vanno le cose, delle tasse che paga, dello stipendio o della pensione che prende, delle opportunità di lavoro, della sicurezza, della burocrazia. Insomma, chi non sente il bisogno di un cambiamento". Gli altri, invece, "dovrebbero andare a votare e decidere guardando i programmi ma anche la credibilità delle persone".

Andare a votare e scegliere "chi nella vita ha dimostrato di saper realizzare davvero i traguardi che si è posto" e "in questo senso, la mia biografia credo non tema confronti fra i leader politici italiani".

Commenti