
La polizia georgiana ha fatto ricorso ai gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti che tentavano di entrare nel palazzo presidenziale a Tbilisi, nel giorno delle elezioni municipali nel Paese. Le tensioni sono esplose nel pomeriggio dopo che centinaia di persone si sono radunate nel centro della capitale per protestare contro il governo del primo ministro Irakli Kobakhidze e il partito al potere, Sogno Georgiano, che secondo le dichiarazioni del premier, riportate dalla Tass, sarebbe in testa con oltre il 70% dei voti in tutti i comuni del Paese. Dopo un raduno iniziato con tre ore di ritardo nella capitale, centinaia di partecipanti hanno marciato verso il palazzo presidenziale, dove alcuni gruppi hanno tentato di forzare le inferriate dell'edificio. Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa russa Interfax, le forze speciali hanno reagito con spray urticante per disperdere la folla, impedendo l'ingresso nel complesso. La manifestazione, definita dagli organizzatori "un'assemblea popolare per una transizione pacifica" è stata convocata per contestare la legittimità del governo del premier Irakli Kobakhidze e del partito al potere Sogno Georgiano. Le autorità avevano avvertito alla vigilia che qualsiasi tentativo di "rivoluzione" sarebbe stato represso con fermezza.
Le proteste in Georgia sono iniziate quando, dopo le elezioni parlamentari del 26 ottobre vinte dal partito "Sogno georgiano" in un voto contestato dall'opposizione, il primo ministro Irakli Kobakhidze ha interrotto i negoziati per l'adesione all'Unione europea.
La repressione in Georgia ha suscitato paragoni con la vicina Russia, con Kobakhidze e il partito al potere accusati di aver portato il Paese nell'orbita di influenza di Mosca e di aver compromesso la sua integrazione nell'Ue. "Ho votato per la pace" aveva dichiarato il primo ministro georgiano Kobakhidze ai giornalisti dopo aver votato nella capitale Tbilisi.