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Diventa sindaco con il 69% dei voti: Grillo lo vuole buttare fuori

Marco Fabbri, sindaco M5S di Comacchio, decide di unirsi al listone unico della provincia di Ferrara scatenando l'ira dei compagni di movimento

Diventa sindaco con il 69% dei voti: Grillo lo vuole buttare fuori

Mai una gioia per il povero Grillo quando si parla di Emilia Romagna. Dopo le continue scomuniche che è costretto a lanciare contro il sindaco di Parma Pizzarotti e il boccone amaro della candidatura alle regionali dell'indagato Defranceschi arriva l'ennesimo dispiacere per il papà dei grillini.

La nuova magagna pentastellata si chiama Marco Fabbri, sindaco di Comacchio, cittadina di 23mila abitanti che lo ha eletto quasi con un plebiscito. Il giovane candidato ha portato il M5S al comune con il 69 per cento dei voti battendo la coalizione Pd e Udc dell'avversario Alessandro Pierotti che si è fermato al 30 per cento. Un trionfo che è stato celebrato con una sola telefonata in due anni dal leader Grillo, forse distratto dal ritorno di immagine dell'aver espugnato la città di Parma.

Un silenzio a cui Marco Fabbri ha risposto mostrandosi molto disponibile verso il listone unico provinciale che il Pd ha proposto a tutte le forze politiche della Provincia in vista della nuova assemblea dell'ente. Un'assemblea che secondo il suo futuro presidente, il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani (Pd), avrà una rappresentanza per tutti i partiti della provincia.

Ma il grillino duro e puro non tratta con nessuno. A costo di spedire un vaffa anche ai compagni di partito. Ops, di movimento. Un vaffa nero su bianco firmato tra gli altri dal portavoce M5S alla Camera, Vittorio Ferraresi in cui si ricorda che "la scelta di Fabbri, se dovesse essere portata a compimento, andrebbe contro ogni battaglia intrapresa dal M5S in Parlamento ed, ancora peggio, violerebbe uno dei principi fondamentali del movimento, ovvero quello di non fare alleanze con altri partiti, un precedente inaccettabile per un movimento che fa della coerenza un proprio cavallo di battaglia".

Per ora l'oggetto della fatwa, Fabbri, prova a smorzare i toni su ItaliaOggi ricordando di restare fedele agli ideali originari del movimento, ma si permette di ricordare ai firmatari che, a differenza loro che possono permettersi l'intransigenza tipica delle opposizioni, è costretto a mediare tra l'ideale e la responsabilità del governare. "Essere amministratori vuol dire mettere in primo piano il territorio cercando di collaborare e unire le forze per dare risposte concrete a quanti non ce la fanno ad arrivare a fine mese e non possono assistere ad assurdi teatrini".

Teatrini che ricordano la vecchia politica tanto indigesta al grillino medio.

Per ora Beppe non ha ancora alzato la cornetta, ma in molti scommettono che la seconda telefonata che farà a Fabbri in due anni sarà quella con cui lo butterà fuori dal movimento.

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