Nuova stangata per i consumatori italiani sulle tariffe di gas e luce. Dal primo ottobre si registrerà un incremento del 7,6% per l'energia elettrica (+1,5 cent per kWh) e del 6,1% per il gas naturale (+4,78 cent al metro cubo) rispetto alla spesa del terzo trimestre. Lo annuncia l'Autorità per l'Energia (Arera), che sottolinea che per l'elettricità la spesa, al lordo tasse, per la famiglia-tipo nell'anno scorrevole (compreso tra il primo gennaio 2018 e il 31 dicembre 2018) sarà di 552 euro, con una crescita del 6,1% rispetto ai 12 mesi equivalenti del 2017, corrispondente a un aumento di circa 32 euro l'anno. Nello stesso periodo la spesa della famiglia tipo per la bolletta gas sarà di circa 1.096 euro, con un in incremento del 5,9% rispetto all'anno precedente, ovvero circa 61 euro l'anno.
A pesare ovviamente i rincari delle materie prime energetiche, la crescita del prezzo dei permessi di emissione di Co2 e lo stop dei reattori nucleari in Francia. Questo aumento si somma a quello già scattato a luglio quanto le tariffe erano salite del 6,5% per la luce e dell'8,2% per il gas. «Per far fronte ai forti aumenti dei prezzi delle materie prime energetiche e delle quotazioni all'ingrosso dell'energia elettrica e del gas che hanno raggiunto in Italia e in Europa livelli record Arera ha deciso di rinnovare il blocco degli oneri generali di sistema».
Lo scrive l'Autorità in un comunicato sottolineando di aver utilizzato «nella misura massima possibile l' azione di scudo, ottenendo il contenimento della spesa per circa 1 miliardo». Ciò che Arera non dice è che gli oneri di sistema pesano sulle bollette degli italiani per il 50% circa. Nel senso che, su una bolletta da 100 euro, oltre 50 sono oneri di sistema e tasse di vario genere come l'Iva. Ma cosa finanziano gli oneri di sistema che ammontano a circa 15 miliardi di euro all'anno, ossia una manovra economica che permetterebbe di pagare tutti i capricci, reddito di cittadinanza incluso, del governo pentastellato? Ebbene sono contributi che vengono versati a chi ha realizzato impianti, negli anni passati, per le energie rinnovabili. Peccato che i parchi eolici e solari per i quali si pagano, la maggior parte (13 miliardi) di questi famosi oneri, siano ormai obsoleti. Altre voci di spesa, anche se di minore entità, riguardano anche dei contributi per Ferrovie, società energivora, per lo smantellamento delle centrali nucleari dismesse e per interventi sulla rete elettrica.
I rincari delle tariffe peseranno ovviamente anche sui costi delle imprese rendendo più onerosa la produzione.
«L'aumento della spesa energetica ha un doppio effetto negativo - ha sottolineato Coldiretti, l'associazione delle imprese agricole - perché riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie e aumenta i costi delle imprese di conservazione particolarmente rilevanti per l'agroalimentare con l'arrivo dell'autunno. Il costo dell'energia si rifletterà infatti in tutta la filiera e riguarderà le attività agricole e la trasformazione e la distribuzione dei prodotti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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