Enti inutili, la rottamazione non c’è stata

Il motore della macchina statale rimane ingolfato: saltano molti dei tagli previsti da Cottarelli

Enti inutili, la rottamazione non c’è stata

Gli enti statali inutili sono i veri highlander italiani. I tagli annunciati – e previsti da Carlo Cottarelli – non sono arrivati. La punta della forbice in mano al commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica è stata arrotondata. La spending review si è fatta, ma non a sufficienza. Il dispotismo burocratico, che ci costa circa 10 miliardi l’anno, non è stato vinto.

Le province sono state trasformate (e non eliminate) in enti di secondo livello e l’oscuro mondo delle società partecipate continua ad affossare i conti pubblici. Che fine ha fatto la scure primaverile della “Sforbicia Italia”? Matteo Renzi, ad aprile, annunciò il piano di spending review, che dichiarava guerra alle società municipalizzate, all’Aci e ai consorzi. E poi una croce sopra al Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), un ridimensionamento delle prefetture, delle sedi della Ragioneria Generale, delle commissioni tributarie e dei dislocamenti dell’Agenzia dell’Entrate. E ancora, l’accorpamento di Aci, Pra e Motorizzazione Civile. Ma il premier e l’Italia hanno ancora i piedi in questa palude.

Una guerra che si trascina dal 1956, quando ci fu la prima battaglia legislativa, finita in un nulla di fatto o comunque con vittorie parziali, minime rispetto alla dimensione del nemico. Stesso esito per i tentativi portati dai vari esecutivi nel corso degli anni. La lista degli enti inutili è infinita nel verso senso del termine: è praticamente impossibile averne un censimento certo e, calcolatrice alla mano, conoscere quanto ci costino.

Gli ultimi tentativi, dal governo Berlusconi – quando l’allora ministro per la Semplificazione Normativa Roberto Calderoli ne individuò 1612 – a quello Letta, passando per Monti, hanno dato risultati diversi e fondamentalmente risibili. L’unica cosa certa è che oggi, alle porte del 2015, l’apparato statale ombra rimane vivo e vegeto. E noi lo manteniamo.

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