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"Epidemia simile a Sars. Ma è soltanto all'inizio. Un vaccino non esiste"

L'infettivologo dello Spallanzani: "Le armi migliori oggi sono prevenzione e controllo"

"Epidemia simile a Sars. Ma è soltanto all'inizio. Un vaccino non esiste"

«L'epidemia è appena iniziata. È prematuro fare previsioni sulla diffusione e la mortalità». L'infettivologo Emanuele Nicastri insieme a un team di esperti governa il Dipartimento di Malattie Infettive ad alta Intensità di cura ed altamente contagiose dell'Ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma. È proprio in questo reparto che nel 2015 hanno curato gli unici due italiani, un infermiere e un medico, che avevano contratto l'Ebola durante il loro lavoro in Africa. Entrambi sono guariti.

Dottor Nicastri che cosa sappiamo di questo nuovo virus?

«Appartiene alla famiglia dei coronavirus. Agenti patogeni che possono causare un semplice raffreddore o patologie più gravi. Tra queste la sindrome respiratoria mediorientale, Mers e la sindrome respiratoria acuta grave, Sars, che sono le più somiglianti a questo nuovo virus»

Quale è l'origine?

«Allora: anche in questo caso sembra ci sia stato il salto di specie: da animale ad uomo. Il primo focolaio sarebbe un mercato con animali vivi a Wuhan».

Ma sappiamo da quale animale proviene il virus? Si ritiene ad esempio che la Sars sia stata trasmessa all'uomo dai pipistrelli.

«Non abbiamo ancora certezze. Ma è vero che il virus più vicino a quello protagonista di questa ultima epidemia è ancora una volta quello che appartiene ai pipistrelli. È il più simile».

Le autorità cinesi hanno confermato la trasmissione da uomo a uomo. Come avviene esattamente?

«Come tutti i virus prima di tutto attraverso le gocce di saliva, per contatto».

Anche per via aerea?

«È possibile».

In caso di trasmissione per via aerea si tratterebbe di un virus più contagioso?

«Si, indubbiamente e per il momento non abbiamo certezze».

In Usa stanno già studiando un vaccino.

«Purtroppo non esiste un vaccino per nessuno fra i coronavirus conosciuti. Quella del vaccino è un'ipotesi praticabile ma dai tempi molto lunghi. Non è mai stato trovato un vaccino per i coronavirus che abbiamo affrontato in precedenza. Anche se fosse possibile individuarlo passerà troppo tempo».

Quali armi abbiamo?

«Prevenzione e controllo: le armi migliori. Per contenere l'epidemia basta verificare il proprio stato di salute in partenza dalle aree del contagio. In arrivo i controlli in Italia sono già scattati ed è attiva una rete di sorveglianza per tutte le gravi infezioni respiratorie acute. La situazione è costantemente monitorata».

Che cosa possiamo aspettarci a livello di diffusione della malattia e del tasso di mortalità?

«Una valutazione di questi fattori è prematura. L'epidemia è soltanto al suo inizio.

Rispetto ai casi le morti registrare al momento farebbero pensare ad un tasso di moralità inferiore a quello della Sars, ma le informazioni a disposizione sono poche».

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