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Epurazioni e pochi seggi. Conte ora deve gestire la "decrescita infelice"

Sondaggi choc: in Parlamento soltanto in 46. E Giuseppi garantisce solo i suoi fedelissimi

Epurazioni e pochi seggi. Conte ora deve gestire la "decrescita infelice"

Qualche numero per restituire l'immagine della decrescita infelice del M5s. Secondo l'ultima simulazione YouTrend, alle prossime elezioni politiche i Cinque Stelle da soli senza il Pd eleggerebbero 46 parlamentari, 31 alla Camera e 15 al Senato. Che è quasi la stessa cifra degli attuali eletti grillini al secondo mandato, 47.

Una picchiata verticale, soprattutto se paragoniamo queste previsioni ai 333 deputati e senatori portati in Parlamento dai pentastellati nel 2018. Ridotti ora a 165 tra addii e scissioni. Solo un recupero dell'alleanza con il Pd potrebbe salvare parzialmente la baracca, assicurando agli stellati qualche collegio in più al Sud. Perciò Conte insiste nel definirsi «progressista». Ma dall'altro lato attacca i dem che hanno chiuso il campo largo: «Sono arroganti». Intanto parecchi parlamentari grillini continuano a sperare nel Pd come ultima ancora di salvezza per bissare la poltrona.

Qualche settimana fa una parlamentare del M5s, parlando con Il Giornale, profetizzava: «Quando si andrà al voto voleranno le coltellate per le candidature, soprattutto al Sud». La faida è già iniziata perché stavolta il piatto sarà molto meno abbondante rispetto a quattro anni fa. Complici il calo inarrestabile dei consensi e il taglio dei parlamentari, nella più rosea delle aspettative il M5s di Conte eleggerà una cinquantina di parlamentari, di cui pochissimi nei collegi uninominali. Stando all'ultima simulazione YouTrend, i grillini potrebbero prendere solo due collegi alla Camera: Acerra e Casoria in Campania. A fronte dei 132 conquistati nel 2018 (88 a Montecitorio e 44 a Palazzo Madama). C'è già la fila davanti alla porta dell'ex premier. In prima linea i parlamentari che hanno seguito la sua linea durante la crisi di governo e ora sperano in un posto sicuro. Particolarmente ambite le caselle nelle regioni del Sud, dove i grillini godono ancora di un buon consenso.

Provengono dal Mezzogiorno molti parlamentari governisti. Proprio gli eletti di cui Conte vorrebbe liberarsi, non ricandidandoli oppure spedendoli al massacro nei collegi uninominali. L'avvocato, a differenza dei parlamentari, non sembra affatto disperarsi per questa penuria di seggi. Il leader infatti punta a epurare quanti più uscenti possibili e a riempire le liste di fedelissimi. Da Mario Turco in Puglia a Michele Gubitosa e Riccardo Ricciardi rispettivamente in Campania e Toscana. Tutti blindati nel proporzionale, oltre allo stesso Conte. Poi spazio alla cosiddetta società civile: imprenditori, avvocati e professionisti che costituiranno l'ossatura del «partito di Conte». Senza dimenticare le new entry di peso. Rocco Casalino potrebbe sbarcare in Parlamento. Con lui Virginia Raggi e Chiara Appendino se sarà formalizzata una deroga per il terzo mandato in Istituzioni diverse da dove si sono fatti i primi due. Mentre è incerta la sorte di Alessandro Di Battista, che si era disiscritto dal M5s ma potrebbe tornare in tempo per la campagna elettorale.

Senza una soluzione ai due mandati torneranno a vita privata Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro. Roberto Fico e Vito Crimi. Paola Taverna e Danilo Toninelli. I più fedeli a Conte potrebbero accontentarsi di incarichi di partito retribuiti, ma anche qui il piatto piange. Come informa l'Adnkronos il M5s deve riscuotere crediti per 2,5 milioni di euro dai morosi delle restituzioni e ha spese annue per la sede di Via di Campo Marzio pari a 210mila euro.

Il tesoriere Claudio Cominardi spera nel 2x1000, ma intanto per le liste siamo all'uno su mille ce la fa.

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