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Ercolano, c'è l'ombra della camorra sulle primarie del Pd

Tra gli iscritti al partito anche uomini legati a famiglie di boss e killer. Avviata un'indagine conoscitiva

Ercolano, c'è l'ombra della camorra sulle primarie del Pd

Altro giro di primarie Pd e altro scandalo. Dopo le primarie liguri, definite dagli stessi partecipanti "una carnevalata", è ora il turno di Ercolano, dove il prossimo maggio si terranno le elezioni comunali.

La macchina del Pd si è messa subito in moto per organizzare le primarie e sancire così un candidato unico per il partito. Gli iscritti al partito erano pochi. Pochissimi. Circa 300. Dallo scorso dicembre, però, il Pd ha avuto un incredibile aumento di iscrizioni, passando da 300 a 1200 iscritti. Un misterioso aumento o un riacceso interesse per la politica? Molto più probabilmente, c'è solo l'interesse della camorra.

Come scrive Repubblica, infatti, è stata avviata una indagine conoscitiva "sul rischio infiltrazione delle cosche nelle consultazioni. Accertamenti dei carabinieri, d’intesa con la Procura. Storia che potrebbe diventare pietra tombale: in quelle liste spiccano cognomi che fanno tremare, legati a cosche pericolose, ancorché decapitate, del cartello criminale. I Papale, i Birra, gli Zirpoli, i Durantini. Il segretario cittadino del Pd, Antonio Liberti, sarebbe andato sua sponte dai militari, una volta compreso il rischio dello scandalo". Sono ben 36 i cognomi sotto la lente degli investigatori.

Ciò che ha insospettito non solo gli inquirenti, ma anche gli stessi candidati del Pd è stata "la velocità con cui quella platea di richieste di adesioni ai democrat sono schizzate a dicembre, proprio sullo scadere della chiusura dei termini, dai quasi 300 a 1213 iscritti: circostanza che si spiegherebbe con il fatto che, a termini chiusi per le primarie, in segreteria regionale si è deciso di alzare il quorum e cambiare il regolamento: in pratica, per partecipare alle primarie non occorreva più che si presentassero il 30 per cento degli iscritti al termine del 2013, ma ci voleva il 30 per cento degli iscritti del 2014. Quindi, chi aveva presentato appena 35 firme e s’era visto candidato, come Buonajuto, aveva dovuto rincorrere altre firme. Altro elemento: la presenza di cognomi che pesano, che apparterrebbero a parenti di boss, e killer".

Repubblica che, ha potuto vedere le liste con le firme dei neo-iscritti Pd, ha scoperto persone legate alla famiglia Durantini, a quella dei Birra, e a quella degli Adamo, "uno dei quali, Carmelo Adamo, è il nipote diretto della moglie del boss al 41 bis, Raffaele Ascione, poi detenuto e morto nel penitenziario irpino".

Ci sono poi persone legate ai Papale.

E, cosa parecchio inquietante, "accanto ad alcuni iscritti è segnato vico Moscardino: è da quel vicolo che partirono alcuni commandi di killer".

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