Mondo

Eritreo spinge un bimbo sotto un treno

Il motivo: forse una ritorsione. La mamma si salva, il piccolo aveva 8 anni

Eritreo spinge un bimbo sotto un treno

Un enorme telone bianco copre i binari dove poco tempo prima c'era il corpo martoriato di un bambino, forse «sacrificato» in nome di una delirante vendetta. Erano le 9.50 di ieri mattina quando, sulla banchina del binario 7 della stazione ferroviaria di Francoforte, un immigrato eritreo di 40 anni ha spinto sotto un treno un bimbo di 8 anni. Il piccolo è morto sul colpo, travolto dal convoglio, la madre, 40enne, si è salvata per miracolo.

La Germania è sotto shock da quando i media hanno iniziato a diffondere la notizia che nello spazio di poche ore ha fatto il giro del mondo. L'uomo, che dopo l'insano gesto ha tentato la fuga, è stato rincorso dai passeggeri che si trovavano in stazione, evitando di essere linciato solo per il pronto intervento della polizia ferroviaria che l'ha tratto in arresto.

Secondo una prima ricostruzione in base alle testimonianze, pochi istanti prima della tragedia il bambino è stato aggredito dall'uomo che infine l'ha buttato con un calcio sotto al treno tentando di fare lo stesso con la madre. Inutili i soccorsi per il piccolo che è stato investito in pieno dal convoglio ad alta velocità che collega Dusseldorf a Monaco. L'uomo avrebbe tentato di lanciare sui binari anche un'altra persone prima di essere fermato. Il motivo del gesto non è ancora stato ufficialmente chiarito, ma un portavoce della polizia ha confermato che non esiste alcun legame tra vittima e sospetto.

Per diverse ore quattro linee della stazione di Francoforte sono state bloccate per consentire alle autorità di effettuare i rilievi del caso e portare via la salma del bimbo. «Ha iniziato a prenderlo a calci, a spingerlo - racconta Georgio Angelopoulos, impiegato delle ferrovie - poi l'ha spinto sui binari. Il treno non è riuscito a frenare. Quello che ho visto dopo non riesco a raccontarlo. C'era gente che piangeva, che urlava. Quando il macchinista è sceso ha iniziato a vomitare ed è svenuto. L'orrore segnerà la mia vita per sempre».

Pare che il killer abbia agito per «vendicare» il connazionale ferito gravemente a colpi d'arma da fuoco lo scorso 23 luglio nella zona industriale di Waechtersbach, in Assia. L'aggressore, un tedesco di 26 anni che secondo gli inquirenti aveva legami con ambienti di estrema destra, si era suicidato poche ore dopo.

La cancelliera Angela Merkel ha dichiarato che i suoi «pensieri vanno alla madre e ai parenti del ragazzo. Quando accaduto è semplicemente orribile. Faremo chiarezza». Molto critica invece la posizione della leader parlamentare di Alternativa per la Germania Alice Weidel che ha messo in relazione l'episodio con la «scriteriata politica dei rifugiati del governo federale. Si sacrifica la protezione dei nostri cittadini per far spazio alla cultura di un'accoglienza illimitata».

Quanto avvenuto a Francoforte ricorda l'insensato atto criminale commesso lo scorso 20 luglio da un 28enne serbo-kosovaro, che aveva spinto sotto un treno una 34enne tedesca, madre di una bambina di 13 anni, alla stazione di Voerde, nel Land della Renania Settentrionale-Vestfalia.

Commenti