Prima le cinque dimissioni in un giorno. Poi le accuse ai poteri forti. Infine la tegola Muraro col direttorio che sapeva, anzi non sapeva. Che nel Movimento Cinque Stelle stia succedendo qualcosa è innegabile. Che il caos a Roma abbia portato alla luce dei problemi congeniti diventa sempre più che una supposizione.
Quello che sembra certo, almeno finora, è che i vertici pentastellati non sappiano come venirne fuori. Non si spiega altrimenti il silenzio di questi giorni. Stanno zitti sul blog, organo ufficiale del movimento, dove ci si è limitati l'altro ieri a rilanciare un video messaggio di Virginia Raggi, mentre al momento il problema più importante sembra essere il rapporto tra euro e Europa. Un silenzio che stride con la caciara che rimbomba sui giornali e sui social e che irritano anche attivisti e cittadini, quelli che al grido di «Onestà, onestà», hanno consentito ai grillini di conquistare il Campidoglio. Un silenzio che stride anche dopo le battaglie grilline contro «Pdmenoelle» e magagne varie della politica. A dominare è quindi lo sconcerto di chi non si aspettava un reazione simile al primo problema, probabilmente prevedibile in una città complessa come Roma.
«La Raggi ha mentito. La Muraro ha mentito. Ci sono uomini legati all'amministrazione Alemanno in giunta (una cosa che solo a pensarla si sarebbe stati tacciati di chissà quali crimini) - fa notare un commentatore - Ora leggo i soliti commenti o totalmente assolutori o totalmente denigratori, senza nessuno che ragioni sul merito delle questioni, proprio come avviene in un Pd qualsiasi». «Io sono 5S - dice un altro - Lei Raggi avv. Virginia è a conoscenza di indagini a carico di altri componenti del Consiglio Comunale di Roma?». «Ma della situazione del Comune di Roma qui non si parla mai?» - dice un altro ancora, mentre qualcun altro teme che il caso Roma stia «minando l'intero progetto del Movimento, quello originario voluto da Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo».
Non si accenna al caos nemmeno sul sito del movimento a Roma, dove i post più recenti risalgono a luglio, quando già si agitava lo spauracchio dei «poteri forti» pronti a fermare con tutte le armi l'ascesa grillina. Il dibattito è appena più vivace sul «meet up» romano (il forum online che mette in contatto i grillini capitolini) dove, oltre all'ormai trito richiamo ai poteri forti, qualcuno chiede le dimissioni di Paola Muraro, unico modo per evitare di restare nel tritacarne mediatico.
A romani e sostenitori non resta che sfogarsi sulle numerose pagine Facebook del Movimento.
E in particolare quello del gruppo romano dove sotto ogni post in difesa della giunta (ma anche sotto quelli più istituzionali) si scontrano chi è pronto a giurare sull'onestà e la buona fede del sindaco e chi chiede un reset totale in Campidoglio. Basterà questa «rivolta» a far esporre anche i vertici?
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