Con il ritorno del Pd al Pd, torna a farsi sentire anche la senatrice Monica Cirinnà, pronta a dar battaglia contro i 'pro life' sull'eutanasia.
Un tema divenuto di nuovo d'attualità in vista della decisione che dovrà prendere la Corte costituzionale il prossimo 24 settembre. I cattolici 'pro life', già da alcune settimane, hanno avviato una campagna di sensibilizzazione che ha fatto alquanto discutere e che, ovviamente, è stata mal vista dalla stessa Cirinnà. La senatrice dem ritiene, infatti, che i cartelloni comparsi a Roma e in altre cittò d'Italia contengano "contenenti falsità mistificatorie su un tema invece delicatissimo e che richiederebbe una riflessione ben più ponderata". La relatrice della legge sulle unioni civili ha chiesto, dunque, che i sindaci prendano provvedimenti, ossia che rimuovano "le pubblicità ingannevoli, per arginare la diffusione di simili gravi messaggi, che insultano la dignità dei molti malati che attendono dal Parlamento una parola di sollievo".
Alla senatrice rispondono con una nota Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia e organizzatori del Congresso Mondiale delle Famiglie: “Cara Cirinnà, perché vuole censurarci? Noi vorremmo essere liberi di vivere fino alla fine senza soffrire! E non si nasconda dietro un dito: in Europa, dove è stata legalizzata la pratica eutanasica, gran parte delle persone che hanno richiesto di morire rientrano esattamente nelle categorie rappresentate nei nostri manifesti".
Brandi e Coghe chiedono che siano la Camera e il Senato a esprimersi sull'eutanasia in quanto "unici rappresentanti di quella sovranità popolare che dà esistenza stessa alla Repubblica italiana” e si rivolgono al nuovo governo affinché "investa in cure palliative e risolva le criticità legate all’attuazione della legge 38/2010". Temi che Pro Vita & Famiglia affronterà anche il prossimo 20 settembre alla Conferenza Internazionale sull'eutanasia e sul suicidio assistito.
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