Evasione a Poggioreale: è la prima in cento anni

È scappato usando lenzuola legate. La questura: «Pericoloso, chi lo vede ci avvisi»

Evasione a Poggioreale: è la prima in cento anni

Metodo classico. Per fuggire dal carcere napoletano di Poggioreale si è calato con un lenzuolo di quattro metri dal muro di cinta. L'evaso è Robert Lisowsky, un «pericoloso» omicida polacco ritenuto responsabile della morte di Iuri Busuiok, muratore ucraino 36enne, il cui cadavere venne trovato la sera del 1 dicembre 2018 in via Mario Pagano con evidenti segni di coltellate alla gola e al torace. Pare fosse una questione legata a una donna. Il ricercatissimo Lisowski, 32 anni e in attesa di essere processato, verrà ricordato per essere stato il primo detenuto a scappare dal celebre carcere, l'Alcatraz italiano raccontato così bene da Fabrizio de Andrè in «Don Raffaè». E ora è caccia all'uomo.

Lì, dove il caffè ora lo fanno multiculturale in tazza grande, c'è un evidente problema di sovraffolamento. Per il sindacato di polizia penitenziaria Spp la rocambolesca fuga ha un unico colpevole nel direttore penitenziario, sordo da tempo ai problemi di carenza d'organico. Attacca il segretario generale Aldo Di Giacomo: «L'episodio di questa mattina evidenzia ancora una volta il fallimento dell'amministrazione penitenziaria e del suo capo al quale non resta che dimettersi dopo questo ulteriore episodio. Nessuno tocchi comandante e direttore ma il vero responsabile si prenda tutta la responsabilità e lasci subito l'incarico». «Uno Stato che possa definirsi tale va avanti Il sindacalista non deve accettare di non avere il controllo delle sue strutture, in questo caso delle carceri, permettendo ai mafiosi e ai camorristi di continuare a comandare e gestire le organizzazioni criminali dall'interno delle carceri che invece dovrebbero essere luoghi atti a garantire l'isolamento dalla società di pericolosi criminali, invece, nella realtà, non solo permettono ai boss di continuare a comandare ma garantiscono ad essi anche di farlo senza il pericolo di essere ammazzati».

Il sindacato Osapp sposta, invece, il tiro sulla cronica mancanza di personale. Secondo il segretario Luigi Castaldo «siamo poco più di 200 uomini di fronte a una platea di detenuti arrivata recentemente a 2500 unità che supera di molto la capacità massima consentita di 800. Un problema già ampiamente annunciato a un'amministrazione evidentemente sorda». L'omicida, 31 anni, è scappato mentre assieme a un altro centinaio di detenuti si stava recando alla messa domenicale delle 9. In quel momento, sempre secondo la denuncia dei sindacati, c'erano pochi agenti a sorvegliare il flusso verso la chiesetta del carcere.

«Lisowski - fa sapere la Questura - è alto un metro e ottanta, di corporatura magra, di carnagione chiara e di capigliatura castano chiaro. Al momento della fuga aveva la barba. L'umo è da considerarsi pericoloso».

Qualche anno fa un analogo tentativo finì male: il detenuto cadde dal muro di recinzione riportando gravi lesioni fisiche.

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